Mercato attrezzature: dopo un 2016 da incubo, un 2017 da favola
Slump. Trattasi di ‘crollo’, in parole povere. Per essere più verbosi, di una fase di estrema debolezza e smarrimento, successiva a una crisi più radicata, nella quale i prezzi si mantengono su livelli molto contenuti e le aziende appaiono particolarmente vulnerabili. Nel 2016 il mercato delle attrezzature per la lavorazione del terreno poteva a ragione […]
Slump. Trattasi di ‘crollo’, in parole povere. Per essere più verbosi, di una fase di estrema debolezza e smarrimento, successiva a una crisi più radicata, nella quale i prezzi si mantengono su livelli molto contenuti e le aziende appaiono particolarmente vulnerabili. Nel 2016 il mercato delle attrezzature per la lavorazione del terreno poteva a ragione essere bollato semplicemente come ‘slump’…
La locomotiva della ripresa è partita da Est
Difficile, invece, definire, con un singolo termine altrettanto efficace il 2017. Di certo quel termine andrebbe cercato nel dizionario dei contrari (alla parola ‘slump’) poiché lo scorso anno ha vissuto qualcosa di assai differente. Forse ponendo le basi per una nuova fase. Che il campo aperto torni a dare soddisfazioni sostanziose, dunque? Parrebbe di sì.
I volumi delle vendite della meccanizzazione per la lavorazione dei terreni hanno raggiunto lo scorso anno (in base alle stime preliminari del CEMA) i 3,34 miliardi di euro con un progresso ‘double digit’ del 10 per cento. La locomotiva della ripresa, in questa fascia di prodotti, è partita da Est: Romania, Ucraina e Polonia.
CEMA, c’è cauto ottimismo per il 2018
Il portafoglio ordini sembra assecondare un cauto ottimismo anche per il 2018. Cauto, dal momento che lo stesso CEMA non va oltre una previsione a sei mesi. Tornare al giro d’affari del 2013 per tutte le tipologie di attrezzatura sarebbe già un ottimo traguardo.