MATTEO BARTOLINI. Presidente CEJA
Presidente Bartolini, ci può innanzitutto spiegare cos’è il CEJA? Quali sono le vostre attività? Il CEJA rappresenta circa 2 milioni giovani provenienti da 24 Stati membri dell’Unione europea e il numero di organizzazioni aderenti al CEJA sono attualmente 31 ma altre si apprestano ad entrare. Compito principale del CEJA è quello di fare lobby a favore […]
Presidente Bartolini, ci può innanzitutto spiegare cos’è il CEJA? Quali sono le vostre attività?
Il CEJA rappresenta circa 2 milioni giovani provenienti da 24 Stati membri dell’Unione europea e il numero di organizzazioni aderenti al CEJA sono attualmente 31 ma altre si apprestano ad entrare. Compito principale del CEJA è quello di fare lobby a favore dei giovani agricoltori e dei giovani che cercano di entrare nel settore agricolo in tutta l’UE presso le istituzioni europee. Tutte le posizioni e le decisioni che il CEJA assume vengono elaborate nel corso di seminari e gruppi di lavoro, a cui partecipano tutti i membri e con l’obiettivo di avere una sola voce presso le istituzioni dell’UE. I temi su cui attualmente stiamo lavorando, visto che il processo di riforma della PAC può dirsi concluso a livello UE, sono una sorta di Road Map in vista di EXPO2015 e si riferiscono alla catena alimentare, all’innovazione, agli accordi commerciali e all’accesso al credito e alla terra, allo spreco alimentare ed in ultimo ma non di minore importanza alla questione del suolo.
Quali sono i risultati ottenuti dal CEJA in questi anni?
Questa attività è stata condotta con particolare forza e energia nel corso dei negoziati per la definizione della nuova PAC, impegno che ci ha permesso di ottenere importanti risultati e di allacciare rapporti stabili sia con i deputati, con il Commissario all’Agricoltura e con il Consiglio Europeo. Il principale risultato è il cosiddetto Top-Up. La misura consiste in una maggiorazione del 25 per cento del valore dei titoli PAC per ogni ettaro in favore del giovane imprenditore che si insedia per la prima volta in agricoltura nei primi 5 anni di attività. La misura destina ai giovani agricoltori 5 miliardi e 600 milioni di euro circa. Unitamente a questa misura abbiamo ottenuto un aiuto nel secondo Pilastro consistente nella possibilità, da parte delle regioni italiane, di realizzare un sottoprogramma dedicato ai giovani imprenditori agricoli. Infine, nel dicembre scorso, abbiamo ottenuto l’approvazione della risoluzione di Presidenza del Consiglio di turno che incarica la Commissione di istituire un Fondo Europeo di Garanzia per l’accesso al Credito in favore del giovane agricoltore attraverso la Banca Europea per gli Investimenti.
Come e con quali strumenti comunicate con i giovani agricoltori italiani?
Comunichiamo con i nostri colleghi utilizzando le nuove tecnologie, i social networks, le email ma preferiamo organizzare meeting o incontri dove ci possa guardare in faccia e condividere anche le nostre buone pratiche. E’ importante lo scambio di buone prassi per realizzare un’europa più competitiva, inclusiva e sostenibile in grado di rispondere alle sfide globali.
Qual è il suo giudizio sulla nuova Pac 2015-2020?
Il mio giudizio è moderatamente positivo. Per la prima volta nella storia della PAC si è deciso di investire seriamente sul ricambio generazionale e sul rinnovamento dell’agricoltura. Vorrei però aspettare e vedere come, questi strumenti, vengano inseriti all’interno del Piano di Sviluppo Rurale da ciascuna regione.
La nuova Pac 2015-2020 garantisce davvero concrete opportunità per i giovani che vogliono intraprendere una nuova attività nel settore agricolo? Quali?
La nuova PAC garantisce concrete opportunità non per i giovani, ma per gli imprenditori. Se il giovane è pronto a rivedere tutto l’impostazione di agricoltura tradizionale allora gli strumenti per fare il salto di qualità ci sono tutti. Mi riferisco ad esempio non solo alle misure sopra descritte ma anche e soprattutto al Partenariato Europeo per l’Innovazione dove con una disposizione finanziaria di circa 4 miliardi per i prossimi anni, si potrà veramente rendere sostenibile l’agricoltura europea.
Quali sono i prossimi obiettivi del CEJA?
I prossimi obiettivi del CEJA sono principalmente quello di valutare l’implementazione della PAC nei vari Stati Membri, di verificare l’applicazione del Fondo Europeo di Garanzia e soprattutto quello di istituire un manifesto dei giovani agricoltori europei, sui temi precedentemente descritti e discuterli a Milano durante EXPO2015 con i nostri colleghi di tutto il mondo. Stiamo lavorando per realizzare un G147, con un rappresentante giovane agricoltore per ogni padiglione partecipante all’esposizione universale.