Maltempo, milioni di euro in danni alle produzioni agricole. Colpito il 30% dei campi
Numerose le colture di stagione colpite dall'ultimo ciclone polare: dal radicchio al cavolo. Se sommate a quelle del 2022, le perdite potrebbero raggiungere i 10 miliardi €. La CIA fa il punto: "occorre potenziare sistema idrico nazionale"
L’agricoltura italiana ha di nuovo dovuto fare i conti con gli effetti del maltempo. Dopo un autunno e un principio d’inverno con temperature miti, ben al di sopra della media registrata negli scorsi anni (e quindi in linea con i dati registrati dalle colonnine di mercurio nel 2022, l’anno più caldo di sempre), il ciclone polare Thor ha riportato il maltempo su tutta Italia tra il 18 e il 19 gennaio 2023.
Pioggia e gelo, che hanno fatto abbassare le temperature in tutto lo Stivale, e hanno provocato danni su almeno il 30% delle colture di stagione: radicchio, cavolo e finocchi in Veneto, carciofi nel Lazio, semine di cereali sotto smottamenti e frane in Campania. Ma anche serre e allevamenti colpiti da vento forte, piogge battenti e nubifragi a macchia di leopardo in tutta Italia. Effetti gravi su colture che si erano già “risvegliate” prima del tempo a causa delle temperature anomale, quasi primaverili.
Maltempo, il commento di CIA-Agricoltori Italiani
A fotografare gli effetti del maltempo è stata la sigla CIA-Agricoltori Italiani che, tra l’altro, ha anche lanciato l’allarme su nuovi possibili tagli ai raccolti, con perdite complessive che, sommate a quelle per gli eventi estremi del 2022 (tra cui la perdurante siccità che ha messo in ginocchio i campi del Settentrione durante l’ultima estate), potrebbero superare i 10 miliardi. “Il maltempo si aggiunge, e non risolve, la questione siccità, che resta un problema serio – interviene il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini -. Impone una visione di lungo periodo, ma anche interventi immediati di contenimento e gestione delle acque. Servono belle nevicate sulle Alpi almeno fino a marzo per vedere gli invasi idroelettrici e i grandi laghi a livelli accettabili per irrigare i campi. Intanto, però -aggiunge Fini- cambiamo passo rispetto alla crisi climatica. Passiamo dalle parole ai fatti, con misure e strumenti per un’agricoltura davvero più resistente agli eventi estremi”.
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Nella Lombardia delle risaie, segnala Cia, si pensa alla sommersione invernale per contrastare l’estate siccitosa, caricando le falde acquifere in vista delle semine, ma il processo risulta ancora complesso e costoso, sebbene alternativa tampone in mancanza di nuovi invasi. Il Lazio, invece, vive ancora una situazione siccitosa estrema sul litorale Nord con precipitazioni, fino ad ora, al di sotto della media per oltre il 70%.
I fondi del PNRR per potenziare il sistema idrico
Le ripercussioni sono evidenti sui costi maggiori in bolletta per il ricorso ai pozzi del consorzio di bonifica per irrigare e per il carburante dei trattori in attività. Fiumi esondati, campi e strade allagate sono fotografie del maltempo, ovunque, da Nord a Sud, dove sta montando la preoccupazione per l’allerta nubifragi in Calabria, Molise e Abruzzo. Venti gelidi e neve, dopo fioriture anticipate e desertificazione sono, invece, il timore per molti produttori agricoli nei settori adriatici centro-meridionali fino in Puglia.
“Ci sono quasi 4 miliardi, di cui 2,9 dal Pnrr, per potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale e fronteggiare gli effetti della crisi climatica. C’è un Governo a lavoro sulla valutazione, entro giugno, dei progetti per il piano invasi. Anticipiamo le procedure lavorando sulla prevenzione e costruendo con il territorio le strategie e le soluzioni più adatte per non ricadere in continui stati d’emergenza -conclude il presidente nazionale di Cia, Fini-. Allo stesso tempo, puntiamo sulla ricerca per il miglioramento genetico attraverso le tecniche di evoluzione assistita necessaria a colture più resistenti alle calamità naturali”.