Gli eventi atmosferici estremi continuano a flagellare tutta l’Italia, da Nord a Sud, senza alcuna distinzione. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello che ha colpito il mezzogiorno lo scorso fine settimana. Effetti particolarmente gravi si sono registrati nel crotonese, area le cui campagne erano già provate da una grave siccità che ne aveva minato il rendimento. Ora, con la nuova ondata di maltempo, svariati ettari di coltivazioni sono finiti sott’acqua. Sono quindi andati completamente distrutti, con alberi abbattuti e serre divelte per il forte vento. Una regione, la Calabria, in cui alla crisi pandemica – complessa anche a causa della situazione commissariale – si aggiunge dunque perfino il possibile stato di calamità. Stato da verificare in base alle richieste fatte pervenire da Coldiretti dopo il primo monitoraggio effettuato dopo il nubifragio.

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Maltempo, in Calabria una situazione complessa

Il violentissimo nubifragio del crotonese ha travolto le coltivazioni di ortaggi come i finocchi. Manifestazioni temporalesche – sottolinea la Coldiretti – si sono verificate a macchia di leopardo nelle regioni del sud. Dalla Calabria alla Campania. Nell’Agro Sarnese Nocerino, nella provincia di Salerno, abbattuti alberi, distrutti serre, scoperchiati capannoni e danneggiate intere colture di cipollotto nocerino, finocchi, scarole verze e cavolfiori, secondo la prima analisi della Coldiretti.

La pioggia – continua la Coldiretti – era attesa per combattere la siccità nelle campagne. Per essere di sollievo però deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando allagamenti, frane e smottamenti.

Siccità e nubifragi, il paradosso del Mezzogiorno

Il maltempo con violenti temporali arriva dopo un lungo periodo di assenza di precipitazioni nel mese di novembre, che tradizionalmente è il più piovoso dell’anno, con gli invasi vuoti nel mezzogiorno dove  – continua la Coldiretti – in Basilicata negli invasi si segnala un deficit di oltre 47 milioni sull’anno scorso mentre segna il profondo rosso la situazione idrica in Puglia, i cui bacini trattengono ormai meno di 47 milioni di metri cubi, con un deficit di oltre 76 milioni sul 2019 secondo l’Anbi.

Il maltempo colpisce anche il nord

In difficoltà anche il nord, dove continua a splendere il sole ed il fiume Po ha lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ed inferiore di due metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo il monitoraggio della Coldiretti al Ponte della Becca dove è sceso ad un livello idrometrico di -2,57 metri, come all’inizio del mese di agosto. Ma tutti i principali corsi d’acqua – precisa la Coldiretti – presentano un deficit idrico rispetto allo scorso anno, dall’Emilia Romagna al Veneto, dalla Toscana al Lazio.

Siamo di fronte – conclude la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione ed il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che costa oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

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