Nonostante una leggera flessione mostrata negli ultimi tre mesi dell’anno (-4,9%), il mercato delle macchine per il verde e delle attrezzature per il giardinaggio archivia il 2021 con un sensibile aumento delle vendite rispetto all’anno precedente. I dati elaborati dall’associazione italiana dei costruttori Comagarden (FederUnacoma) e dal gruppo di rilevamento statistico Morgan indicano infatti, a fine anno, un totale di 1.660.148 unità vendute (dalle macchine semoventi alle attrezzature motorizzate, fino agli strumenti manuali).

In termini percentuali questo volume di vendite segna un incremento di ben 14 punti percentuali sul 2020. Tutte le principali tipologie di prodotto censite dal gruppo Morgan evidenziano un andamento positivo, a partire dai trimmer che registrano una crescita del 21,6%, in ragione di oltre 105 mila unità vendute. Incrementi a doppia cifra anche per le motoseghe (+15,1% in ragione di 430 mila unità) e i rasaerba (+12,9 per circa 325 mila unità), mentre aumenti più contenuti caratterizzano i decespugliatori (+6,1% a fronte di 304 mila unità).

Macchine per il verde, cresce anche il segmento degli spazzaneve

Per quanto riguarda le macchine per il verde è da annoverare, tra i comparti più dinamici del mercato, quello degli spazzaneve che torna a crescere in misura significativa (+76,6% con 7.300 unita) dopo tre anni consecutivi in flessione. A fronte di una stagione invernale segnata da precipitazioni nevose non particolarmente abbondanti, l’impennata delle vendite – sottolinea Comagarden – è dovuta principalmente alla ricostituzione delle scorte di magazzino da parte dei rivenditori. In un contesto di crescita generalizzata, l’unico segmento in controtendenza è quello relativo agli atomizzatori, che chiudono il 2020 con una flessione del 33,8% in ragione di 5.089 unità vendute.

Si tratta di un andamento spiegabile alla luce dell’evoluzione della crisi pandemica. Nella fase più acuta del Covid 19, infatti, gli atomizzatori sono stati utilizzati anche per gli interventi di sanificazione e ciò ha determinato un picco delle vendite. Il calo di questi ultimi dodici mesi – spiega l’associazione dei costruttori – sta dunque ad indicare che si sta esaurendo l’”effetto Covid” e che la domanda sta tornando sui livelli pre-pandemia.

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