Macchine agricole: in calo anche l’export
Il mercato mondiale delle trattrici registra un calo nel 2015 e questo si riflette negativamente sulle esportazioni italiane. La riduzione dei redditi agricoli a livello globale – causata dall’eccesso di produzione e quindi dal calo dei prezzi delle principali derrate – ha infatti comportato una minore capacità d’investimento da parte delle aziende agricole e quindi […]
Il mercato mondiale delle trattrici registra un calo nel 2015 e questo si riflette negativamente sulle esportazioni italiane. La riduzione dei redditi agricoli a livello globale – causata dall’eccesso di produzione e quindi dal calo dei prezzi delle principali derrate – ha infatti comportato una minore capacità d’investimento da parte delle aziende agricole e quindi un decremento consistente della domanda di macchinario.
Così si presenta lo scenario globale della meccanica agricola, presentato questa mattina a Varignana (Bologna) in occasione dell’Assemblea annuale di FederUnacoma, la Federazione italiana dei costruttori di macchine agricole. Dopo aver raggiunto il suo picco massimo nel 2013, con 2 milioni e 200 mila trattrici vendute, il mercato mondiale ha registrato un calo del 3,2 per cento nel 2014, ed uno ancora più consistente (-6,6 per cento) nel 2015.
In India le trattrici scendono a 486 mila unità nel 2015, con un passivo del 18 per cento; in Europa Occidentale scendono a quota 153 mila, con un calo dell’8,6 per cento; in Brasile calano addirittura del 33 per cento (37.400 macchine), nella Federazione Russa del 42 per cento (22 mila unità), mentre negli Stati Uniti la flessione risulta assai più contenuta (-1,6 per cento, in ragione di 205 mila unità vendute). In controtendenza solo pochi Paesi, tra cui la Cina (+6 per cento a fronte di quasi 557 mila macchine) e la Turchia (+14 per cento per un totale di 67 mila macchine).
L’industria italiana, tradizionalmente forte sui mercati esteri, paga la sfavorevole congiuntura economica con una riduzione delle proprie esportazioni, che nel 2015 segnano un passivo in valore del 7 per cento per le trattrici, mostrando una sostanziale tenuta per le altre tipologie di macchine e per le attrezzature, che chiudono l’anno con un incremento minimo (+0,7 per cento). Complessivamente, le nostre esportazioni segnano a fine 2015 un calo in valore del 2 per cento. La minore domanda sui mercati esteri – soprattutto in Europa dove l’industria italiana ha i suoi principali mercati di sbocco – comporta una riduzione della produzione nazionale, che si ferma a quota 7,4 miliardi di euro, con un calo del 2 per cento rispetto all’anno precedente. In particolare, il comparto delle trattrici segna un fatturato di 1,9 miliardi di euro (-9 per cento), in ragione di 56.900 macchine prodotte; il comparto delle trattrici incomplete e parti di trattrici segna un fatturato di 790 milioni di euro (+1,2 per cento sul 2014) e l’insieme delle altre macchine e attrezzature agricole un valore pari a 4,75 miliardi (+0,3 per cento).
L’andamento negativo dovrebbe confermarsi anche nel corso del 2016, giacché i dati di vendita sui mercati esteri, e quindi i livelli di export per le industrie italiane, segnano un passivo già nella prima parte dell’anno. Nel periodo gennaio-marzo i dati ISTAT sul commercio estero indicano un calo dell’8,2 per cento delle esportazioni italiane in Germania, un calo del 19 per cento negli Stati Uniti, e del 23 per cento nel Regno Unito, mentre incrementi si registrano in Cina (+25 per cento) ma in relazione a volumi di export molto inferiori rispetto a quelli indirizzati verso Germania e Stati Uniti. Caso a parte è quello rappresentato dalla Francia, dove il mercato delle trattrici risulta in forte crescita (oltre il 20 per cento) nei primi quattro mesi dell’anno dovendo recuperare il crollo (-25 per cento) avutosi nel 2015, e dove le esportazioni italiane nel primo trimestre segnano un incremento del 22 per cento.
“Il caso francese dimostra come il calo delle nostre esportazioni non sia dovuto ad una perdita di competitività dei nostri prodotti – ha commentato il Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – ma unicamente alle condizioni congiunturali dei vari Paesi”. “Non appena si ristabiliscono condizioni più favorevoli per l’acquisto di macchine agricole la richiesta di prodotti italiani torna immediatamente elevata soprattutto in quei Paesi, vedi l’Europa e gli Stati Uniti, che richiedono una meccanizzazione di alto livello tecnologico e che vedono nel macchinario ‘Made in Italy’ una garanzia di qualità”.