La Regione Lombardia ha avviato un tavolo istituzionale per studiare e regolamentare l’utilizzo delle acque reflue a fini irrigui, in considerazione della crisi idrica e della siccità che ha travolto i campi regionali (e dell’intero Paese). Lo ha ribadito l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, che, lunedì 20 giugno mattina, a Palazzo delle Stelline di Milano, è intervenuto al convegno organizzato dall’Anbi (sigla, quest’ultima, con cui anche Coldiretti sta collaborando per la presentazione di un piano simile). “La tecnologia ci consente di depurare al meglio l’acqua reflua per garantirne di più ai campi in un periodo storico caratterizzato dall’innalzamento delle temperature e da lunghi periodi di siccità. Bisogna imparare a gestire meglio l’acqua che c’è”, ha commentato Rolfi, sottolineando che il fine ultime resta quello dello snellimento burocratico per le infrastrutture legate alla bacinizzazione dell’acqua.

Lombardia, il commento di Rolfi sulle misure per contrastare la siccità

“Serve – ha spiegato l’assessore – un piano nazionale virtuoso legato alla bacinizzazione dell’acqua, sia attraverso il recupero delle ex cave per l’accumulo irriguo che la bacinizzazione dei grandi fiumi. Dobbiamo conservare l’acqua piovana, recuperarla al meglio e gestire in modo intelligente l’acqua dei fiumi nei periodi in cui non serve a fini irrigui per averla poi in primavera ed estate. Penso, per esempio, al progetto da 350 milioni di euro di rinaturazione del Po, inserito nel Pnrr“. “Intervenire senza prevedere la bacinizzazione – ha aggiunto – è una visione miope. Che non tiene conto di come la sostenibilità ambientale dipenda anche dall’uso dell’acqua, tramite politiche innovative in un quadro che è completamente cambiato rispetto agli anni scorsi”.

“Bisogna ridurre la burocrazia, velocizzando i tempi di approvazione dei progetti. Qui in Lombardia – ha concluso Rolfi – abbiamo ricevuto il via libera al recupero di una ex cava come bacino irriguo dopo quattro anni e mezzo. Chiediamo uno snellimento burocratico anche attraverso la regionalizzazione dei procedimenti autorizzativi”.

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