417 milioni di euro di danni, subiti da oltre 9.000 imprese agricole nel corso di quattro mesi, da maggio a settembre. Sembra un bollettino di guerra, e le tensioni crescenti in Ucraina con la controffensiva di Kiev parrebbero avvalorarlo, ma in realtà sono le conseguenze della gravissima siccità sulle aziende agricole della Lombardia che, in alcuni casi, hanno subito contraccolpi pari a 2/3 della capacità economica dei territori. La Regione, che aveva promesso di fare una ricognizione dei danni provocati dal grande caldo dell’estate 2022 (la più calda di sempre), ha raccolto le schede relative ai danni, provincia per provincia, e li ha resi pubblici, in attesa di inoltrare al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali la richiesta di risarcimento.

Lombardia, occorre potenziare le strutture irrigue

Ci auguriamo che da parte dello Stato arrivi un risarcimento adeguato e in tempi rapidi dopo la nostra richiesta. Questa estate abbiamo fatto un lavoro di squadra con tutti i gestori per garantire all’agricoltura una quantità di acqua che potesse salvare i raccolti. Abbiamo vissuto una crisi idrica senza precedenti. Ora è necessario un grande piano nazionale invasi per affrontare le difficoltà delle prossime stagioni”, ha commentato ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi.

Potrebbe interessarti

Un piano straordinario di costruzione e riqualificazione, che necessita indubbiamente di fondi non indifferenti. Che, in prima battuta, potrebbero arrivare per esempio dal decreto con cui il MiPAAF ha stanziato 517 mln € a favore del potenziamento delle strutture irrigue, con 23 progetti legati proprio all’Area del Centro-Nord. Un piano che, tuttavia, deve essere supportato anche da una forte volontà politica. Ed in questo senso, come ha ribadito Rolfi, che la “Regione Lombardia si è già dotata di una legge per incentivare il recupero delle ex cave come bacini irrigui, risorse e soprattutto procedure autorizzative rapide a burocrazia zero. Dobbiamo dare risposte al territorio se non vogliamo che le aziende agricole chiudano”.

“I danni – ha concluso Rolfi – sono arrivati fino al 70% di incidenza in alcune zone. Particolarmente rilevante il dato di Pavia, con perdite significative al comparto del riso. In un periodo di cambiamenti climatici è necessario, tuttavia, per il nostro Paese uno scatto in avanti sul tema dell’innovazione agricola per efficientare ulteriormente le risorse idriche. La crisi di quest’anno dimostra la necessità abbattere burocrazia e tabù ideologici che hanno frenato l’evoluzione agricola nel nostro Paese”.

Il riparto per province

Di seguito i danni registrati per ogni provincia e il numero di aziende agricole colpite:

  • Bergamo: 18.749.200 euro – 488 aziende agricole
  • Brescia: 42.811.150 euro – 1.237 aziende agricole
  • Como: 7.987.000,00 euro – 501 aziende agricole
  • Cremona: 78.135.681 euro – 2.317 aziende agricole
  • Lecco: 7.991.000 euro – 371 aziende agricole
  • Lodi: 16.000.000 euro – 180 aziende agricole
  • Mantova: 8.700.000 euro – 273 aziende agricole
  • Milano: 37.363.332 euro – 542 aziende agricole
  • Monza e Brianza: 7.092.591 euro – 232 aziende agricole
  • Pavia: 172.437.956 euro – 2.315 aziende agricole
  • Sondrio: 12.120.000 euro – 168 aziende agricole
  • Varese: 8.254.000,00 – 485 aziende agricole

In totale la Lombardia, a causa della crisi idrica, ha totalizzato 417.641.913 euro di danni, con 9.109 aziende agricole colpite.

In primo piano

Articoli correlati