Lombardia, l’acqua rimasta può bastare solo dieci giorni per l’agricoltura
Fontana: "situazione resta critica. Le ultime riserve si stanno esaurendo e oltre il 25-30 luglio non si può andare"
“Speriamo che piova”. É riassunto tutto qui, nelle parole del Presidente della Regione Attilio Fontana, il dramma che l’agricoltura della Lombardia sta vivendo a causa della gravissima siccità che ha colpito i campi. Da cui, per ora, restano escluse le falde per l’acqua potabile dedicata alle abitazioni private, ancora ricche e lontane dalla crisi idrica. Ma per il settore primario sembra non esserci più tempo.
In base a quanto emerso durante la conferenza stampa del 14 luglio 2022 – tenuta per fare il punto sulla situazione dallo stesso governatore e dall’assessore regionale agli Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, Massimo Settori – le ultime riserve di acqua per l’agricoltura sono in esaurimento, e il loro prosciugamento è previsto al più tardi tra il 25 e il 30 luglio, quindi tra dieci giorni. Che si preannunciano nerissimi senza precipitazioni: ma le previsioni, purtroppo, danno ancora temperature elevatissime, che sfiorano i 40 gradi, praticamente fino ad agosto.
Lombardia, le strategie messe in campo per arginare i danni della siccità
Fino ad ora, un ruolo cruciale è stato giocato dagli accordo che la Regione Lombardia ha stretto con i gestori idroelettrici per il rilascio delle acqua stoccate per il funzionamento delle turbine. “Con meno 61% di risorsa idrica rispetto allo storico, con zero neve sulle montagne, da sempre il nostro magazzino per affrontare l’estate – ha spiegato l’assessore Sertori – diventa veramente difficile gestire e coordinare la stagione irrigua”. E il livello dei principali bacini idrografici cala costantemente: il Lago Maggiore ha perso 6,2 cm, il Lago di Garda tocca i -53,2 cm, quello di Como -38,2 cm e via così, in uno stillicidio idrico che non ha precedenti.
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“La Regione Lombardia sta facendo un lavoro molto attento in coordinamento con le associazioni e gli enti preposti per far fronte alla situazione. Abbiamo messo in campo il primo provvedimento il 31 marzo – ha proseguito – alla luce del fatto che c’era poca risorsa idrica e abbiamo deciso di posticipare i rilasci. Dopo 10 giorni, avevamo ottenuto una piccola scorta e così è partita la stagione irrigua. Sulla situazione idropotabile non ci sono particolari criticità. Sono stati fatti però appelli ai cittadini per un uso consapevole dell’acqua. I problemi persistono sull’acqua ad uso irriguo per la quale l’obiettivo che ci siamo posti e per cui ci stiamo adoperando è quello di salvare almeno il primo raccolto”.
Nel frattempo proseguono le firme dei provvedimenti per arginare i danni di una crisi che diventa di giorno in giorno più insostenibile. “Ieri – ha sottolineato Sertori – abbiamo firmato il provvedimento per la deroga al minimo deflusso minimo vitale (DMV) sul bacino dell’Adda, mentre oggi si procederà con quella relativa al bacino dell’Oglio. Anche questi provvedimenti vanno in aiuto al comparto agricolo”. E che la situazione sia grave lo testimoniano anche le decisioni intraprese da alcuni agricoltori che, nonostante le piante non siano ancora maturate, hanno deciso di trinciare quel poco di mais cresciuto, per evitare di perderlo tutto bruciato dal caldo.