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Secondo la cosiddetta “Mother Regulation”, dal 1° gennaio 2016 è possibile omologare trattori e rimorchi agricoli secondo le regole comuni all’intera Unione Europea. Fra le novità introdotte dal Regolamento n. 167/2013, vincolante per tutti i Paesi senza necessità di norme di recepimento nazionali, diventa determinante per la svolta italiana quella relativa all’adozione di sistemi di traino unificati. In particolare, aumentano considerevolmente i pesi trainabili dai trattori agricoli, oggi limitati dai ganci Cuna con vincoli rimasti ingessati dal lontano decreto ministeriale del 1983.

La “Mother Regulation” prevede un rapporto di traino di 1:4 per rimorchi agricoli con sistema di frenatura automatica. Tradotto nella pratica, ciò significa che un trattore da 8 tonnellate di peso può trainare ben 32 tonnellate (ossia 320 quintali nella più amata un’unità di misura degli agricoltori).

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Attenzione, la norma avrà un effetto graduale: solo le trattrici agricole omologate con i nuovi ganci (e i rimorchi con i nuovi occhioni) potranno superare l’attuale limite delle 20 tonnellate di massa rimorchiabile. Come tutti sappiamo, esistono già in commercio carribotte e dumper con una portata tecnica ben superiore a quella ammessa dalla legge italiana. I nuovi ganci protagonisti dell’upgrade tecnico e burocratico sono riconducibili a due tipologie fondamentali: a perno fisso (piton) e a sfera, caratterizzati da una maggiore semplicità e robustezza.

Con la nuova omologazione, le macchine coinvolte dal superamento delle 20 tonnellate di massa rimorchiabile saranno inquadrate come “macchine agricole eccezionali” e potranno circolare solo con l’autorizzazione dell’ente proprietario delle strade, previo pagamento del relativo indennizzo di usura.

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