Un progetto ambizioso, quello messo a punto dai tecnici di Treviglio a inizio millennio per il Lamborghini Intel Cab. Una cabina intelligente, capace di mantenersi sempre in assetto orizzontale, annullando completamente le inclinazioni indotte dal terreno o dalla lavorazione in corso. L’effetto, ai tempi, era sbalorditivo: la macchina viaggiava inclinata mentre l’abitacolo rimaneva perfettamente in piano, garantendo il massimo comfort in ogni situazione operativa.

La finalità del progetto è rivolta principalmente alle lavorazioni in pendio, all’aratura entro solco e alle attività che richiedono di lavorare in posizione inclinata. Quindi, tutto sommato, uno specializzato. Se non fosse che sotto il cofano del Champion 200 Intel Cab, scalpitano 195 cavalli, una mandria di tutto rispetto capace di far invidia a molti concorrenti nati esclusivamente per operare in campo aperto. Certo, comprare un Intel Cab per trainare rimorchi e operare in piano non sarebbe propriamente un buon affare, considerato anche il surplus 6.350 euro rispetto al Champion “normale” ma solo se c’è qualche collina.

Lamborghini Intel Cab, la meccanica. Dal sistema di auto livellamento alla trasmissione. Tutto era a gestione elettronica

Il sistema autolivellante montato sui Champion Lamborghini Intel Cab 160, 180 e 200 si basa su un giroscopio, lo speciale sensore utilizzato anche sugli aerei, che rileva le variazioni del movimento angolare e quindi dell’assetto. Altri sensori analizzano invece l’accelerazione longitudinali e trasversale, la velocità d’avanzamento e il senso di marcia. Tutte le informazioni arrivano a una centralina di controllo che, in tempi brevissimi, le elabora e azioni pistoni idraulici mediante specifiche elettrovalvole. Detti pistoni, alimentati dal circuito idraulico del trattore, si allungano o si accorciano a seconda della posizione assunta dal carro, ripristinando l’assetto orizzontale della cabina anche se il terreno è in forte pendenza.

All’atto pratico, la cabina è in grado di assorbire dislivelli di ben 500 millimetri in senso trasversale e 700 in senso longitudinale. Quando la macchina procede in salita, i due pistoni posteriori si allungano, inclinando in avanti il vano. Viceversa, sono quelli anteriori a estendersi quando il trattore si muove in discesa. Sui traversi entrano invece in azione i due cilindri sullo stesso lato, mentre nelle diagonali lavorano tutti e quattro assieme modulando la loro corsa sulla base della velocità con cui si muove la cabina. Il sistema è inoltre in grado di distinguere le inclinazioni che si legano alla configurazione del terreno o alla lavorazione in atto dalle variazioni in assetto momentanee, come quelle che si verificano in curva o in frenata. Ciò consente di evitare che la cabina si metta a ondeggiare di continuo, causando inevitabili fenomeni di mal di mare al conducente.

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Lamborghini Intel Cab, la cabina si mette in piano da sola

Il dispositivo, una volta inserito tramite pulsante, opera in maniera del tutto automatica, ma può funzionare anche manualmente, consentendo all’operatore di variare a proprio piacimento l’altezza dell’abitacolo dal suolo. Cosa utilissima in fase di manutenzione: alzando infatti al massimo il vano, si libera una luce di 40 centimetri che consente un agevole accesso alla trasmissione e al circuito idraulico. Messa alla prova la cabina intelligente ha dimostrato di non temere alcun tipo di pendenza, regolandosi in modo rapido e preciso per i diversi assetti di lavoro. Un comfort da primato, dunque, il cui unico limite può essere rappresentato proprio dall’elevata tecnologia.

Quando il sistema va in tilt basta riavviare

Basta infatti il cattivo funzionamento di qualche sensore o circuito elettronico e la cabina non risponde più alle sollecitazioni. Cosa che capita comunque molto raramente. Generalmente, in tal caso, era sufficiente riavviare la macchina perché il sistema si resettasse automaticamente e riprendesse le proprie funzioni. Altro punto a favore dell’Intel cab era rappresentato dall’isolamento acustico (solo 72 decibel rilevati all’orecchio del conducente), enfatizzato dalla separazione tra cabina e vano motore e dall’orientamento della marmitta verso il basso, anziché verso l’alto. Differenze anche a livello estetico, dunque, rispetto ai Champion tradizionali.

Difficile dire quale dei due assetti sia più piacevole all’occhio, ma una cosa è certa: la macchina, pluripremiata per quanto riguarda il look nella versione standard, di sicuro non sfigura anche in versione Intel cab. Fugati parzialmente pure i dubbi relativi alla sicurezza, indotti dal fatto che l’operatore, trovandosi sempre in posizione piana, non è in grado di percepire la reale inclinazione del corpo macchina.

Se si supera il limite c’è il programma d’allarme

Per ‘rimediare’ i tecnici Lamborghini avevano previsto un programma di allarme che, in situazione limite, attiva una spia luminosa, dopo di che la centralina riporta subito la cabina in posizione bassa dando modo all’operatore di uscire dall’impasse. L’unica perplessità rimanevano i tempi di attuazione di tale sistema in relazione alla velocità con cui si procedeva nella manovra errata.

Si proseguiva poi con una dotazione ineccepibile. A partire dal propulsore, il celebre 6 cilindri Rise a 18 valvole caratterizzato dalla distribuzione a 3 valvole per cilindro, di cui due per l’aspirazione e una per lo carico, che consente di ridurre al mimo le perdite di carico, offrendo maggiore resa a parità di consumi. Che partivano da un valore ottimale che si attesta sui 153 grammi per cavallo ora. Ne risultava l’ottima l’autonomia operativa di 12 ore in potenza massima, grazie al serbatoio carburante da 470 litri.

In abbinamento, un cambio powershift a 2 gamme con marce sotto carico, per un totale di 18 rapporti in avanti e altrettanti in retro, cui è possibile aggiungere un super riduttore che aggiunge altre 9 marce per un totale di 27 (tutte reversibili). La trasmissione era controllata tramite la comoda leva multi-funzione a joy-stick posta sul bracciolo del sedile. Sulla sua sommità, era posizionato il pulsante di incremento/decremento che permetteva un comodo cambio marcia senza frizione e, se premuto contemporaneamente al pulsante di consenso, realizzava anche il passaggio di gamma.

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