Kubota. Nuova serie M7 da 130 a 170 cavalli
Tra gli indiscussi protagonisti della prossima Eima di Bologna ci saranno i nuovi trattori della serie ‘ammiraglia’ M7, realizzati nel nuovo sito di produzione francese per i mercati dell’Europa occidentale, del Nord America, dell’Australia e del Giappone, con l’obiettivo di produrne tremila esemplari entro la fine del 2017. La gamma si articola essenzialmente su tre […]
Tra gli indiscussi protagonisti della prossima Eima di Bologna ci saranno i nuovi trattori della serie ‘ammiraglia’ M7, realizzati nel nuovo sito di produzione francese per i mercati dell’Europa occidentale, del Nord America, dell’Australia e del Giappone, con l’obiettivo di produrne tremila esemplari entro la fine del 2017. La gamma si articola essenzialmente su tre potenze: 130, 150 e 170 cavalli e tre allestimenti di base: Standard, Premium e Premium Cvt differenziati dall’equipaggiamento e dal prezzo e tutti implementabile con un nutrito listino accessori. Sotto il bel cofano affusolato e aggressivo con fari ‘felini’ e ampie griglie per l’aspirazione dell’aria ecco uno dei motori più controversi del settore. Si tratta del 4 cilindri Kubota V6108-Cr-Tief4 da 6.124 cc. Un’unità che va contro ogni logica del downsizing proponendo una cubatura più consona a un sei cilindri che a un quattro, ma che incontra la richiesta di buona parte dei farmer non solo ‘old style’ e non solo nostrani, di disporre di una cilindrata importante che garantisca affidabilità e ‘tiro’ in ogni situazione. Va poi detto che la questione affidabilità sui motori giapponesi non è neanche da mettere in discussione (320 mila pezzi prodotti all’anno) e che il V6108 è un propulsore decisamente al passo coi tempi, specie in fatto di emissioni con l’adeguamento al Tier 4 Final realizzato grazie all’azione combinata di Scr, Egr e filtro antiparticolato, il tutto coadiuvato da controllo elettronico, turbo intercooler e common rail ad alta pressione.
Per quanto riguarda invece la trasmissione è possibile scegliere tra powershift per gli allestimenti Standard e Premium, oppure variazione continua per la variante Premium Cvt. Il cambio meccanico è basato su sei gamme di velocità a ingranaggi sincronizzati su cui operano quattro rapporti sotto carico per un totale di 24 marce tutte utilizzabili anche in retro grazie all’inversore elettroidraulico. I rapporti powershift possono essere automatizzati secondo le modalità ‘Travel’ e ‘Field’ rispettivamente per una migliore gestione dei carichi e dei consumi su strada e in campo ed è disponibile la funzione Eco per raggiungere la massima velocità di avanzamento (40 o 50 all’ora a seconda del Paese) a regime motore ridotto. Su richiesta anche il super riduttore che aggiunge altri 16 rapporti in entrambi i sensi per lavorazioni che necessitano di velocità particolarmente basse. Per i modelli Premium Cvt c’è invece, come accennato in precedenza, la trasmissione a variazione continua della velocità di avanzamento dotata anche di frenatura dinamica, ovvero di decelerazione assistita del motore, che permette di mantenere il controllo e una velocità di spostamento costante quando si procede in discesa. Si tratta di un gruppo realizzato in collaborazione con la tedesca Zf che già opera a braccetto con brand del calibro di John Deere e Same Deutz-Fahr.
Altre possibilità di personalizzazione riguardano l’impianto idraulico con i modelli Standard dotati di un sistema a centro aperto con pompa a ingranaggi da 80 litri al minuto e controllo meccanico dei tre distributori di serie e la possibilità di un quarto. Le due versioni Premium, powershift e Cvt, offrono invece sistemi a centro chiuso con sensori di carico (Ccls) con pompa a portata variabile da 110 litri al minuto e quattro distributori a controllo elettronico con la possibilità di installarne un quinto. Completano l’equipaggiamento l’attacco a tre punti posteriori da 9 mila chili e la Pto a quattro velocità. Su richiesta anche il sollevatore frontale e la Pto anteriore da mille giri. Salto di qualità rispetto ai modelli finora a listino per quanto riguarda l’abitacolo. La cabina in dotazione agli M7 oltre a essere ben dimensionata denota anche un certo sforzo a livello di design. La nuova leva multifunzione appare ergonomica e intuibile così come la consolle dei comandi integrata nel bracciolo del sedile (semplificata quella sugli Standard) che comprende anche uno schermo Lcd da 7 pollici di serie sui Premium (su richiesta la vesrione da 12 pollici touch screen. Bene la visibilità grazie ai soli quattro montanti e il comfort offerto dalle sospensioni regolabili che operano in tandem con quella dell’assale anteriore. Sugli M7 è infinew installata la tecnologia Isobus per la gestione delle attrezzature e sono disponibili i sistemi satellitari di guida automatica.