Il Kubota M6-142 è l’utility di punta del brand giapponese, si inserisce infatti al vertice della nuova gamma M6002 che contempla tre modelli tra i 123 e i 143 cavalli nominali, boost escluso. Se la prima generazione degli M6 era sostanzialmente una versione semplificata degli M7 questa nuova evoluzione è decisamente inedita e punta a guadagnarsi una fascia importante sul mercato europeo dei ‘tuttofare’ premium grazie anche a un prezzo interessante.

L’impronta del Sol Levante su questa gamma è presssoché totale poiché praticamente tutti i componenti sono realizzati in casa dal motore, al cambio, agli assali e alla cabina. Il trattore arriva in Europa già bello che finito con le sole ruote e i bracci dei sollevatori assemblati nei centri di distribuzione in Francia e nei Paesi Bassi.

Carattere distintivo della serie rispetto ai competitor resta la cilindrata esuberante con un quattro cilindri da 6,1 litri dove normalmente i concorrenti montano un 4,4 se non addirittura un 3,6 litri. Il che si riflette positivamente in termini di coppia ed elasticità senza contare l’appeal che il ‘motorone’ di solito innesca nei farmer italiani ancora poco assuefatti alle logiche di downsizing. Il rovescio della medaglia sono però i consumi e la prova bilancia.

Kubota M6-142, la meccanica. Super cilindrata, con l’unico 4 cilindri da oltre sei litri sul mercato

L’impatto con l’M6-142 rende subito l’idea di un trattore solido e ben piantato a terra oltre che ben rifinito e dotato di una linea piuttiosto accattivante. La stazza robusta è comprovata dai 6 mila chili a vuoto (almeno mille in più dei diretti concorrenti) che diventano oltre 7 mila in ordine di marcia con caricatore frontale. Effettivamente siamo un po’ ai limiti per un trattore da 140 cavalli anche perché se consideriamo i 9.800 chili di massa totale consentita ecco che il delta a disposizione per eventuali attrezzi o carichi appare un po’ risicato.

Al contrario l’aderenza e la trazione sono ottimi, così come la manovrabilità. L’asse sospeso con riduttori a cascata offre una sterzata impareggiabile con un passo di 2,69 metri con la possibilità poi di usufruire della funzione Bi-Speed che aumenta la velocità delle ruote anteriori del 20 per cento per svolte rapide e strettissime. Come accennato in precedenza il marchio di fabbrica dell’M6-142 è il 4 cilindri Kubota V6018-Tief5 da 6,1 litri, lo stesso che sulla serie M7 arriva a erogare oltre 170 cavalli.

L’unità soddisfa la normativa sulle emissioni Stage V grazie al filtro antiparticolato diesel (DPF), al catalizzatore di ossidazione diesel (DOC) e all’iniezione di AdBlue (SCR). La cubatura importante regala una coppia massima di ben 645 Nm che si ripercuote positivamente sulla coppia di spunto a mille giri, ben più elevata rispetto a quella erogata dai competitor. A guadagnarne è ovviamente l’elasticità e la risposta del motore ai carichi, rendendo la macchina idonea a lavori anche più impegnativi di quelli solitamente richieste agli utility. In aggiunta, la centralina elettronica è in grado di fornire 20 cv in boost durante le applicazioni stradali con rimorchi pesanti.

La nuova serie di caricatori frontali Kubota LK ad hoc per la serie M6002 conta cinque modelli. La versione montata sull’M6-142 testato in queste pagine è il top di gamma LK240H con livellamento idraulico automatico. L’altezza massima al punto di rotazione è di 4.150 millimetri con un angolo di scarico di 55 gradi, una capacità di sollevamento al perno dell’attrezzo di 2.750 chili e un tempo di sollevamento di 6 secondi.

Inevitabilmente tutti i cc a disposizione si riperquotono però sui consumi che sono più elevati se rapportati a trattori pari potenza con motori da 4 litri. Al capitolo trasmissione ecco un bel semi powershift automatizzabile anch’esso made in Kubota con tre gamme sincronizzate e ben 8 marce sotto carico per un totale di 24 rapporti in entrambi i sensi, che diventano 32 con l’aggiunta della gamma ridotta (da 0,2 km/h).

Fin troppo verrebbe da dire considerata l’elasticità del motore e il fatto che solo sei marce riguardano l’intervallo tra i 4 e 12 chilometri orari, ma all’abbondanza non si dice mai di no e l’unità si comporta molto bene anche automatizzando la cambiata, funzione però limitata ai soli rapporti sotto carico. Tramite un potenziometro sotto il bracciolo è inoltre possibile regolare l’aggressività di questi ultimi in base alla velocità di guida, reagendo in modo flessibile al peso di un carico accoppiato, come un rimorchio vuoto o pieno o un serbatoio di liquami.

Per variare i rapporti in manuale basta dare dei colpetti in avanti e indietro sulla leva, stessa cosa per passare da una gamma all’altra premendo il tasto di consenso sul retro del joystick. Comando che per forza di cose perde un po’ di logica quando si opera in retro visto che i cambi vengono sempre effettuati spingendo la leva in avanti.

Particolarmente utile nonché comoda nelle operazioni con caricatore la funzione ‘Xpress restart’, attivabile tramite pulsante a lato cruscotto, che consente di arrestare il trattore senza dover premere il pedale della frizione, utilizzando il solo freno. Ben manovrabile anche il Joystick per la gestione del caricatore frontale, peccato solo non disponga dei tasti dell’inversore.

Lato idraulica tutta la serie M6002 dispone di un impianto a centro chiuso chiuso CCLS con pompa da 115 litri al minuto che fornisce una potenza di sollevamento di 7.000 chili sul sollevatore elettronico posteriore e di 3.260 su quello anteriore. Molto buona dunque la capacità di carico mantre si potrebbe far meglio a livello di distributori posteriori, tre esclusivamente meccanici con posizione flottante o pressione continua di serie più uno su richiesta. Quattro le velocità della presa di forza offerte di serie: 540, 540 ECO, 1000 e 1000 ECO. Le due PTO ECO sono indicate per l’azionamento di attrezzature per la raccolta del foraggio come falciatrici, spandifieno e andanatrici.

La cabina. Spazio e comfort: dimensioni da medio e tanta sostanza

Stile giapponese anche in cabina dove il design punta più alla sostanza e all’ergonomia tralasciando vezzi stilistici. A convincere sono prima di tutto le dimensioni abbondanti, la struttura a quattro montanti, la doppia portiera e la visibilità, ottima sui quattro lati. Bene anche l’insonorizzazione e la conformazione del sedile passaggero, decisamente comodo. Lavora poi a dovere la sospensione meccanica dell’abitacolo standard che si armonizza con quella dell’assale del sedile di guida.

Non poteva mancare il tettuccio apribile indispensabile per tenere sott’occhio le attrezzature collegate al caricatore frontale. Il comodo bracciolo, di serie su tutti i modelli, integra la leva multifunzione e tutti i comandi delle funzioni chiave della macchina riconoscibili grazie a codici colore. Ben dimensionato e consultabile anche il cruscotto con display digitale al centro. Monitor da 7 pollici In optional, ma assolutamente raccomandato, il K-Monitor certificato AEF da 7 pollici collegato al bracciolo mediante una staffa regolabile.

La funzionalità touch screen consente di scorrere velocemente tutti i menù relativi alle impostazioni e ai parametri di funzionamento compresa la compatibilità Isobus per la gestione integrata delle attrezzature accoppiate senza la necessità di un ulteriore monitor dedicato. È inoltre compatibile con i sistemi informativi di gestione aziendale (FMIS) di tutti i principali fornitori poiché le attività vengono inviate e ricevute nel formato universale ISOXML.

Per quanto riguarda il sistema di guida automatica in futuro dovrebbe essere disponibile il sistema di fabbrica Geocontrol integrato con un ricevitore GNSS interfacciato direttamente nel monitor ma attualmente tale opzione non è disponibile a listino, mentre è possibile montare il dispositivo Topcon che richiede però il display dedicato.

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