Nel 1837 John Deere fabbro imprenditore fondò a Grand Detour, in Illinois, quella che sarebbe diventata una delle società industriali più longeve degli Stati Uniti, nonché per molti, e non solo tra i farmer a stelle e strisce, il brand di riferimento in campo agricolo. Oggi l’instancabile corsa del Cervo non si è ancora fermata, anzi. Nel 2012 John Deere, con sede a Moline, sempre in Illinois, compieva 175 anni, ed era quotata alla Borsa di Chicago e a Wall Street, e con un valore di marchio ai tempi stimato in 3,6 miliardi di dollari era entrata nella classifica di Interbrand tra i 100 migliori marchi globali. Contava 64 siti produttivi dislocati in 18 paesi ai quattro angoli del Globo e 61 mila dipendenti che avevano garantito nel 2011 un fatturato di 31 miliardi di dollari (2,8 mld di dollari di utile netto), con una suddivisione per attività che vedeva primeggiare largamente le macchine per l’agricoltura e le aree verdi (75,2%) davanti alle macchine forestali (16,8%) e al credito (8%). Risultati ottenuti per circa il 60% in Usa e Canada, per il 15% nel cosiddetto Bric (Brasile, Russia, India e Cina) per il 25% nel resto del mondo.

L’Europa continua a essere strategica per John Deere

Resto del mondo che in casa John Deere si chiama principalmente Regione 2 (Europa, CSI, Nord Africa e Medio Oriente) e che come spiega Cristoph Wigger, ai tempi vicepresidente e Marketing per la Regione 2: “rappresenta il 30% della superficie coltivabile del pianeta, il 25% della produzione totale di cereali e il 40% della produzione lattiera mondiale. Non sorprende dunque che si tratti del secondo mercato di riferimento John Deere dopo il Nord America”.

Vietato dunque abbassare la guardia, specie in mercati tendenzialmente considerati saturi (tra cui anche quello italiano), anche perché l’obiettivo dichiarato della Deere & Company è quello di raggiungere i 50 miliardi di dollari di fatturato globale entro il 2018, attraverso la crescita di tutte le divisioni aziendali: agricoltura, aree verdi, macchine forestali e movimento terra, John Deere Power Systems e John Deere Financial.

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Le linee guida per centrare il target riguardano principalmente il raddoppio del giro di affari nei mercati emergenti attraverso la costruzione di ben sette nuovi stabilimenti in Brasile, Cina, India e Russia e il continuo investimento in programmi di ricerca e sviluppo (oltre 1,2 mld di dollari nel solo 2011). Per quanto riguarda il mercato di casa e la Regione 2 continueranno il lancio di nuovi prodotti sempre più innovativi e prestazionali e la creazione di soluzioni intelligenti e infrastrutture per l’assistenza ai clienti, senza trascurare gli investimenti motoristici per rispondere alle normative sulle emissioni. D’altronde, anche analizzando il solo comparto trattori le dimensioni del brand appaiono evidenti e non solo entro i confini, dove detiene oltre il 50% di quota di mercato (circa la metà quindi dei 168mila trattori immatricolati nel 2011).

John Deere, una leadership a livello globale

Il Cervo nel 2011 ha infatti venduto 9.689 trattori in Brasile e 30.580 in Europa (secondo le nostre stime), continente in cui è seconda dietro solo a CNH. Per festeggiare le 175 candeline (oggi 185) il marchio americano aveva invitato i rappresentati delle principali testate giornalistiche europee a visitare il cuore della produzione, attraverso un tour che aveva toccato gli storici stabilimenti del Midwest, da Moline (Illinois), dove venivano realizzate le mietitrebbie a Waterloo (Iowa), in cui vengono prodotti i trattori di fascia alta, passando per Des Moines (Iowa), patria delle attrezzature per la lavorazione del terreno, l’irrorazione e la raccolta del cotone e per la casa del vecchio John, dove in una piccola officina oggi ricostruita per i turisti e gli appassionati nacque la leggenda.

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Prima tappa dunque il John Deere harvester Works di Moline, in Illinois a circa 260 chilometri da Chicago. Lo stabilimento, inaugurato nel 1913, diede la luce alla prima mietitrebbia nel 1927, mentre la prima macchina semovente è datata 1947. Nel 1982 l’ultimo ampliamento. In condizioni di produzione a pieno regime (circa 38 mietitrebbie al giorno), lo stabilimento e il Worldwide Product e Development Center lavoro a 2.100 persone, Le mansioni produttive principali riguardavano la produzione di lamiera, saldatura ad arco, saldatura a punti, la verniciatura e l’assemblaggio.

Moline e la capitale delle mietitrebbie

A Moline vengono realizzate le mietitrebbie assiali della Serie S vendute ovviamente negli Usa ed esportate in 35 paesi tra cui Canada, Australia, Russia, Germania, Francia e Sudafrica. Se Moline è la capitale delle mietitrebbie, la patria dei trattori John Deere è senza dubbio lo stabilimento di Waterloo, in Iowa, situata a 225 km da Moline e 431 da Chicago. Acquistato dalla Waterloo Gasoline Engine Company, segna l’ingresso della Deere & Company nel mondo dei trattori grazie al celebre Watarloo Boy, mantenuto in produzione e venduto dalla stessa John Deere fino al 1923, anno in cui venne prodotto il primo trattore marchiato col Cervo, ovvero il John Deere Model D. Sviluppata su 987 ettari con sei fabbricati (progettazione fonderia, motori, trasmissioni, ricambi e assembramento cabine) su una superficie coperta di 66 ettari, la fabbrica occupa circa 6.000 dipendenti e realizzava la maggior parte dei trattori di gamma alta John Deere da 170 cv a 560 cv (6R, 7030, 7R ecc) con una capacità produttiva superiore alle 200 unità al giorno.

Era il 1837 quando il signor John Deere inventò il primo aratro autopulente, riscuotendo un grande successo a livello commerciale. Da lì una storia gloriosa che ha attraversato tre secoli e ha visto la nascita di migliaia di macchine agricole

L’imperativo era quello di investire negli stabilimenti

“L’obiettivo era quello di migliorare la velocità e la flessibilità della nostra produzione – disse ai nostri microfoni David Everitt, l’allora presidente della divisione globale Ag&Turf. Dato che la forte richiesta di macchine agricole di grandi dimensioni perdura ormai da alcuni anni (nel 2012 ndr) riteniamo che sia giunto il momento di assecondare questo trend, investire nei nostri stabilimenti e assistere ancor più da vicino i nostri clienti nell’arduo compito di soddisfare la crescente domanda globale di cibo”.

Ogni anni, poi, i trattori costruiti a Waterloo venivano spediti in oltre 130 paesi per essere venduti alle più grandi aziende agricole del Nord America e del mondo. Da Waterloo arrivava anche il 7280R, nominato dalla giuria di giornalisti europei “Tractor of the year 2012”. L’ultima tappa del tour americano del 2012 era stata poi la fabbrica di Des Moines, in Iowa, situata a 209 km a sud di Waterloo, 276 da Moline e 534 da Chicago.

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