Il sogno di ogni ragazzino: un trattore telecomandato alimentato da un cavo lungo un chilometro. Qui però non stiamo parlando di un giocattolo ma di un progetto sviluppato da John Deere in collaborazione con l’Università di Kaiserlautern e la Baum Consult Gmbh, finanziato dal Ministero federale dell’Economia e dell’Energia.

John Deere GridCON

Si chiama GridCON ed è a tutti gli effetti un trattore elettrico a guida autonoma dalla sorprendente potenza di 400 cavalli. Il Cervo non ha dunque rallentato la propria corsa verso l’elettrico dopo aver presentato nel 2016 Sesam (Sustainable Energy Supply for Agricultural Machinery), il primo trattore full electric a batterie. Anzi, con GridCON John Deere punta a superare il maggior limite odierno alla propulsione elettrica sui trattori escludendo proprio le batterie, troppo costose, voluminose e poco performanti in autonomia ed erogazione di potenza, nonchè difficili da smaltire.

John Deere GridCON. Il segreto è nel cavo

La soluzione è una connessione elettrica via cavo direttamente da bordo campo al trattore in grado di trasferire in continuo energia a una potenza di oltre 300 chilowatt, di cui 100 utilizzati per la trazione e 200 a disposizione delle attrezzature, ovviamente anch’esse azionate elettricamente.

John Deere GridCON

Un tamburo installato sulla macchina può alloggiare fino a mille metri di cavo (la lunghezza può essere ulteriormente aumentata in caso di necessità) che viene srotolato e avvolto da un braccio robotizzato per evitare attriti e rotture.
Necessaria dunque una fonte fissa di alimentazione elettrica da 2.500 volt a corrente alternata mentre il trattore utilizza un bus da 700 volt in corrente continua per alimentare i sistemi di bordo e le eventuali attrezzature.

John Deere GridCON. C’è anche il telecomando

Ma non è tutto, il telecomando si usa in pratica solo in fase di manovra per iniziare il lavoro a bordo campo, per il resto il veicolo fa tutto da solo grazie a un sistema di guida intelligente totalmente autonomo, basato su sensori e Gps. Una volta al lavoro il trattore segue infatti una griglia predefinita ed è in grado di operare a velocità sostenute, fino a 20 chilometri orari.
Il peso a vuoto del prototipo, con tanto di tamburo portacavo e braccio robotizzato si aggira sulle 8 tonnellate e mezzo, equivalente all’incirca a quello di un John Deere convenzionale 6195R, ma col doppio della potenza, e i progettisti sono convinti di riuscire a limare un’altra tonnellata.

John Deere GridCON

Il rispetto del suolo non è dunque paragonabile, così come le emissioni, in questo caso a zero (senza neanche la necessità di smaltire le batterie) e, ovviamente il rumore. Ma anche il confronto con ipotetitici trattori elettrici a batterie risulta impietoso; con GridCON i tempi di fermo per la ricarica sono annullati e i costi di produzione e operativi praticamente dimezzati.
Dal punto di vista della sostenibilità il progetto può diventare ancora più virtuso nel caso l’azianda produca in casa l’energia elettrica attraverso fonti rinnovabili, creando una sorta di ciclo chiuso indipendente.
Staremo a vedere, di sicuro l’idea del cavo è così semplice da sembrare per certi versi assurda. Ma di fatto la maggior parte degli agricoltori coltiva sempre gli stessi campi, stagione dopo stagione. E allora perché non investire sul sistema di alimentazione elettrica dell’azienda per poi sfruttare un mezzo che non beve, non inquina e costa poco?
Tra l’altro visto che in linea teorica il trattore è autonomo e può lavorare per 24 ore al giorno perchè non creare una sorta di community ‘connessa’ tra aziende agricole confinanti tutte munite di mappatura satellitare e hub per attaccare il trattore?

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