John Deere 8R 410, tanto di cappello. La prova sul campo
Il look audace e moderno del top di gamma 8R 410 ben si addice con quello che mostra in campo: forza, brillantezza e una tecnologia innovativa facile da gestire che alza la produttività ai massimi livelli. E in cabina? La poltrona ti fa pure i massaggi, cosa chiedere di più?
Il cervo bramisce, ma quello lanciato in campo dal John Deere 8R 410 è un vero ruggito. L’abbiamo provato nelle campagne pavesi in una torrida giornata d’estate e ne siamo rimasti assolutamente impressionati. Dal design, al comfort, alle prestazioni, tutto è portato al limite per dimostrare alla concorrenza, poca in verità in questa categoria di macchine, che il cervo è sempre il re delle alte potenze.
Nella realizzazione di questo modello gli ingegneri americani non hanno semplicemente aggiornato la precedente versione, dalla quale l’8R410 eredita la struttura robusta e affidabile, ma hanno riprogettato con cura ogni minimo particolare che potesse essere migliorato, partendo ovviamente dalle segnalazioni dei clienti, ma soprattutto rielaborando in maniera analitica i milioni di dati raccolti in forma aggregata e anonima dai trattori John Deere al lavoro nei campi di tutto il mondo attraverso il sistema telemetrico JDLink.
Il risultato di John Deere è un trattore moderno, in linea con le aspettative più esigenti, capace di garantire livelli di produttività elevati, efficienza operativa e un ambiente operatore non solo comodo e funzionale ma anche completamente predisposto per tutte le applicazioni dell’Agricoltura 4.0. La prova corredata dai grafici tecnici, di rendimento e dal confronto con gli altri trattori della stessa categoria, è disponibile sul numero di ottobre della rivista Trattori, sfogliabile online.
John Deere 8R 410, la meccanica. Massima affidabilità e minimi assorbimenti con trasmissione e23
Il design del top di gamma John Deere ha tratti decisamente più netti e marcati rispetto a quelli un po’ anonimi del predecessore. Le linee più spigolose denotano il carattere forte e spavaldo di chi sa di poter affrontare le sfide più difficili e lo vuole mettere bene in mostra. Del resto sono ben pochi che hanno il coraggio, e i mezzi, per spingersi fino al di sopra dei 400 cavalli. L’8R 410 lo fa con il Powertech PSS da 9 litri, tipicamente posizionato molto in ottimizzare la distribuzione del peso in funzione di una maggiore capacità di traino e stabilità di guida.
Il muso spiovente permette di avere una buonissima visibilità anteriore, mentre il design del cofano consente un raggio di sterzo assai ridotto per un trattore di queste dimensioni e con un passo superiore ai 3 metri. Anche con i grossi pneumatici della prova abbiamo misurato un raggio di sterzo di 7,2 metri che permette manovre nel cortile dell’azienda.
John Deere, 15 cavalli in più per trasporti e Pto
Ma passiamo ai numeri. La potenza massima in campo è di 443 cavalli a 1.900 giri (una decina in più rispetto al precedente top di gamma John Deere 8400R) che la centralina elettronica di controllo ‘pompa’ fino a 458 nel caso si renda necessario un surplus di potenza in fase di trasporto o in applicazioni con la Pto. Tanta anche la coppia, che a 1.600 giri arriva a ben 189 chilogrammetri. In campo il lavoro del doppio turbo si sente con risposte pronte e un’erogazione fluida della potenza su tutto l’arco di giri del motore.
Nessun problema, e ci mancherebbe altro, ad azionare la grossa interratrice Titan 600 della Massano, che l’8R ha trainato tra 3,5 e 4 chilometri orari consumando in media 50 litri/ora di carburante, e dunque ben lungi dall’impiegare tutta la potenza disponibile. Le sospensioni a ruote indipendenti sull’assale anteriore concorrono efficacemente a mantenere il trattore ben ancorato al suolo e a trasferire a terra tutti i cavalli.
Cavalli ben gestiti dalla trasmissione completamente meccanica e23 che trasferisce il moto alle ruote con bassissimi assorbimenti di potenza. Si tratta di un full powershift automatizzato con 23 marce avanti e 12 retro che permette cambi di rapporto senza interruzione di coppia dalla prima alla ventitreesima marcia.
Sempre in presa diretta
Con la marcia inserita, la potenza del motore viene trasmessa all’albero di uscita della trasmissione a rapporti di velocità diversi a seconda delle frizioni direzionali, di velocità e di gamma innestate. Ciascuna frizione viene innestata idraulicamente e comandata elettronicamente in base ai segnali trasmessi dall’operatore.
A parte l’ottima spaziatura tra i rapporti, con dieci marce nella gamma principale di lavoro da 5 a 16 km/h, è la semplicità di gestione che colpisce chi la utilizza per la prima volta. Tramite la rotellina sul piccolo joystick si imposta la velocità desiderata, che poi l’Efficiency Manager mantiene regolando il regime motore sul livello ottimale per risparmiare carburante tramite l’aumento della marcia e la riduzione dell’accelerazione automatici.
La velocità massima di 50 chilometri orari si raggiunge col motore al regime di 1.670 giri/min. Non è da meno l’impianto idraulico, che si avvale di due pompe da 85 e 35 cc per una portata complessiva di 318 litri al minuto. I 5 distributori ausiliari posteriori (possono arrivare fino a 6) a controllo elettroidraulico si gestiscono facilmente tramite il CommandCenter dal quale si possono impostare con precisione le portate e i tempi di trattenimento.
La caratteristica principale che distingue il Powertech PSS dai modelli PVS che equipaggiano gli 8R di minore potenza è l’adozione dei due turbocompressori montati in serie, il primo a bassa e il secondo ad alta pressione. Suddividendo il lavoro tra due turbocompressori, entrambi possono funzionare alla massima efficienza e a velocità di rotazione inferiori, riducendo lo stress sui componenti e migliorando l’affidabilità. Il turbocompressore in serie offre una pressione di sovralimentazione maggiore rispetto alle configurazioni con turbocompressore singolo, il che si traduce in una maggiore densità di potenza, una coppia a bassa velocità migliorata e un funzionamento migliore ad alta quota.
IL motore PowerTech PSS 6090
Tutto sotto controllo
Allo stesso modo dal CommandCenter si gestiscono le impostazioni del sollevatore che trasmette le informazioni rilevate dai sensori al modulo di comando per ottenere correzioni rapide e precise. La capacità di sollevamento sull’intero intervallo, (610 millimetri dietro l’attacco) è di 9.000 chili. Immancabili, su tutti e due i parafanghi posteriori, i comandi esterni per alzare e abbassare il sollevatore, inserire la presa di forza e azionare un distributore.
Notevole anche la forza del sollevatore anteriore, dotato di un distributore, che alza fino a 5.200 chili A semplificare molto la gestione dell’impianto idraulico è il joystick elettronico, completamente riconfigurabile dal CommandCenter, che può controllare tutti i distributori idraulici, il sollevatore anteriore e persino le funzioni Isobus. La presa di forza posteriore a inserimento elettroidraulico funziona alle due velocità 1.000 e 1.000Eco al regime motore rispettivamente di 1.995 e 1.590 giri/min.