Dalle parole di Enrico CarraroPresidente del Gruppo Carraro e di Confindustria Veneto, emerge una profonda fiducia nella capacità e nella forza dell’innovazione.

Dai big data all’elettrificazione, dalla necessità di spingere sul tema dell’efficienza all’opportunità del reshoring, per riportare in Italia produzioni dall’alto valore aggiunto. 

Il Presidente del Gruppo Carraro parla della ripresa Post Covid-19 della sua Azienda, ma anche della situazione italiana.

Enrico Carraro
Enrico Carraro

Alcune domande a Enrico Carraro, Presidente del Gruppo Carraro e di Confindustria Veneto

Facendo un passo indietro però, quali sono stati gli impatti della crisi Covid sulla sua impresa ad oggi?

Impatto pesante. A parte il servizio ricambi, che è stato sempre aperto, abbiamo chiuso per tutto il periodo di lockdown riaprendo solo lunedì scorso (4 maggio ndr), con pensati conseguenze su consegne e produzione. Abbiamo aperto con grandi difficoltà, perché ci sono molti piccoli medi fornitori che devono ancora riaprire, quindi stiamo andando a singhiozzo. Abbiamo comunque perso il mese di marzo (dal 6) e tutto aprile. È la prima volta che le fabbriche sono rimaste chiuse per un periodo così lungo. Oggi abbiamo riaperto ma abbiamo capito che sarà un mercato molto complicato.

Quali sono gli scenari su cui state lavorando da qui a un anno? E dal punto di vista della vostra proposta commerciale, cosa e come cambia?

Stiamo lavorando su uno scenario di lungo termine che non ha previsto alcuno slittamento. Intendo in questo caso i progetti di R&D, anche nella fase di lockdown abbiamo avuto tutti i progettisti in smart working che non si sono mai fermati. Oggi ci troviamo di fronte a una situazione non ben definita (ai primi di maggio). Se a fine marzo si pensava ad una ripresa immediata, oggi abbiamo molte perplessità.

Quest’anno non riusciamo a riprendere il fatturato che abbiamo perso, probabilmente tornerà l’anno prossimo. Non vediamo ripresa a V (rapido crollo, ma altrettanto rapida ripartenza), e non la vediamo in italia, ma neanche nelle altre parti del mondo.

Abbiamo uno stabilimento in Cina che fa meccanica per il mercato domestico e per l’export, e neanche lì c’è stata questa famosa V. Questo non vuol dire che siamo di fronte a una crisi tipo 2007-8,(crisi di domanda associata a crisi sistema finanziario)  ci sarà una ripresa, ma non certo a V. Tutti pensano di riportarsi su quelle vendite, non si sa quando, probabilmente a settembre avremo indicazioni migliori.

Il grande problema è l’incertezza, se si fosse fermato tutto il Mondo o tutta Europa era un’altra cosa. Oggi c’è chi si ferma, chi riparte, Argentina, Brasile, la Spagna e tutta questa incertezza genera più confusione e le filiere di fornitori sono molto vaste e sono sottoposte a pressione. 

Enrico Carraro

Quali cambiamenti organizzativi avete dovuto apportare nell’immediato per gestire la riapertura e quali pensate di approntare nel breve periodo?

Eravamo pronti perchè in Cina avevamo già vissuto questa emergenza a metà gennaio. Eravamo quindi già attrezzati ancor prima dell’entrata in vigore dei protocolli previsti per le aziende, perché avevamo esperienza passata. Su 250 dipendenti in Cina nessuno è stato contagiato quindi vuol dire che le pratiche sono servite. Abbiamo fatto subito ricorso alla CIG, mentre molti dipendenti hanno lavorato in smart working. 

Alla ripresa abbiamo dovuto riorganizzare i turni in funzione del distanziamento delle persone, li abbiamo scaglionati nel corso della giornata, per non avere sovraffollamenti in mensa o in ingresso. Tutto è stato abbastanza gestibile. 

Ci sono stati dei cambiamenti o delle trasformazioni che in qualche modo potrebbero risultare utili a prescindere dalla stretta emergenza?

Lo smart working si è dimostrato molto efficiente e probabilmente è uno strumento che ci porteremo dietro. Non solo in Carraro, ma probabilmente anche in tutta Italia.

Gruppo Carraro

Alla luce di questa vicenda è mutato il vostro rapporto con le innovazioni? Pensate che questa crisi potrebbe accelerare/rallentare l’introduzione di qualche innovazione in azienda, quale nel caso?

Questo è un vero problema, nessuno ha la sfera di Cristallo eravamo molto concentrati su tutta la parte di  elettrificazione, eravamo anche molto spinti su nuovi sistemi di trasmissioni più compatibili e/o basse emissioni. A oggi pensiamo, comunque, di confermare questa linea, non ci saranno rallentamenti. 

CARRARO spinge sull’elettrificazione, leggi l’articolo

Stiamo anche sviluppando progetti su guida autonoma, anche questi rimangono confermati, sono un asset strategico importante. In generale si lavorerà sempre su automazione, meccanizzazione e innovazione non solo dal punto di vista dei prodotti, ma anche da quello dei processi. 

Toccando il tema del risk management quali impatti pensate che questo evento potrà avere in termini di Automazione, Big Data / Analisi dati e Filiera / Mercati di approvvigionamento? Sarà occasione di reshoring?

Nessuno aveva messo crisi pandemica nei piani di risk management, noi siamo stati da subito molto attivi, si è insediato un team di crisi che ha lavorato molto e bene. Relativamente al reshoring, oggi si parla di globalizzazione regionale, non torneremo negli anni 90, ma forse avremo bisogno di riportare indietro alcune produzioni, anche perché siamo diventati un po’ più competitivi quindi effettivamente ci può essere qualche interessante opportunità in questo senso. Non certo su prodotti a basso valore aggiunto, ma su prodotti di gamma dove potremmo tornare competitivi. Laddove si parla di produzione meccanica di qualità sicuramente in Italia automotive/meccanica siamo i numeri 1 e magari investendo e lavorando con un po’ di aiuti nella parte fiscale…

Per quanto riguarda i Big data, sono già entrati nell’automotive, si affacciano nel nostro settore ma tra un po’ saranno anche qui protagonisti. Avremo flussi di dati che andranno dal campo/semina fino al consumatore finale. Penso che in agricoltura saranno sviluppati da case madri con il supporto e l’aiuto di chi lavora su queste tecnologie come core business. 

Queste le parole di Enrico CarraroPresidente del Gruppo Carraro e di Confindustria Veneto.

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