Innovation Agri Tour 2021, dopo il giro di boa arriva la quarta tappa. Il digitale sta impattando la filiera innovando il mondo della distribuzione e la relazione con il cliente finale, ma sta anche aiutando a razionalizzare i processi e gli interventi da compiere. Il che vuol dire non solamente risparmiare risorse, ma anche ridurre al minimo l’impatto delle sostanze da utilizzare per proteggere e nutrire le piante. Perché dietro alle nuove etichette o a sistemi di repository di dati come la blockchain (è qualcosa in più, ma non è questo l’articolo dove approfondire il tema) che promette di raccontarci tutti i passaggi produttivi e la storia di ogni bottiglia (o quasi) e dietro a tutti i nuovi modelli distributivi e produttivi c’è un mondo agricolo in pieno fermento.

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Innovation Agri Tour 2021, si scende tra i filari

È questo il punto di partenza dell’intervento di Auda Villa che ha sottolineato come, a fronte di un prodotto che, ovviamente, deve essere di eccellenza ci deve essere una storia una raccolta di informazioni e di trasparenza che ha il duplice scopo di aiutare a produrre meglio, ma anche di coinvolgere, finalmente un consumatore consapevole.

A questo punto l’aggancio con il DSS (Decision Support System) di Basf è naturale; Agrigenius Vite è una soluzione dedicata ai vigneti. Lanciato nel 2021 ha alle spalle quasi 10 anni di ricerca e sviluppo e prove in campo (condotte da @Horta spin-off universitario che di algoritmi, analisi previsionali e consulenze agronomiche ha fatto un business molto interessante). È uno strumento che raccoglie dati ambientali facendo uso di sensoristica in campo IoT o dati meteo satellitari, e li incrocia con quelli che sono i dati di sviluppo relativi alla pianta e alle avversità e li rielabora per fornire input, cioè consigli, su come e quando intervenire in campo.

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Come ha sottolineato Davide Ferrarese, agrotecnico viticolo «è una soluzione trasversale, che non si limita a essere utilizzata su alcuni vitigni o a lavorare in un certo modo. Ma che aiuta ad avere dati tecnici e scientifici per affrontare la difesa in modo consapevole e a prescindere dalla tipologia di viticoltura che si decidere di portare avanti»

Dall’esperienza di Umberto Valle (di Poggiotrevvalle – cantina in provincia di Grosseto) emerge come utilizzando questo DSS si riesca a perfezionare il processo produttivo andandosi a concentrare su tutte quelle lavorazioni non coperte dallo strumento in modo da ricercare variabili e fattori altrimenti difficili da prendere in considerazione. Una volta realizzati i giusti trattamenti si va a lavorare su la taratura di atomizzatori, il dosaggio per ettaro e tanti piccoli particolari che vanno continuamente “limati”.

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Tecnologia 4.0 e connettività

Sotto questo punto di vista colpisce l’esperienza di Luca Pedron delle tenute Lunelli, che partecipano alla produzione Ferrari. L’uso di tecnologia 4.0 e di connettività è ampia, va dalle informazioni raccolte dalle centraline a quelle ottenute dai trattori, dai sistemi di irrigazione e dai satelliti. Tutto il territorio è poi coperto da sensori Lora a basso consumo che garantiscono un passaggio di informazioni continuo e di qualità.

Altra novità è la presenza di intelligenza artificiale utilizzata per controllare con fotocamere la presenza di difetti sui grappoli in modo da aggiungere all’intelligenza umana dei supporti tecnologici in grado di eliminare automaticamente i grappoli che presentino marciumi, botte da grandine o semplicemente foglie.Si lavora anche sull’uso dei droni, per ora non ancora solamente in fase di studio.

Quella della capacità e della possibilità di trasmettere informazioni è un tema di qui ha paralto a lungo il Prof. Trinchero del Politecnico di Torino che oltre a lavorare sulla connettività, e a redendere autonomi gli agricoltori in questo senso, lavora sulla miniaturizzazione dei sensori e la diffusione delle nuove tecnologie in agricoltura.

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