Nel contesto dell’Eima Digital, lo scorso 13 novembre la rivista DIESEL ha organizzato un webinar sulle opportunità dell’ibridizzazione nel segmento dei trattori specializzati, sulla scorta della crescita di questa tecnologia tra i sollevatori telescopici e, soprattutto, delle primissime esperienze a cui alcuni costruttori stanno lavorando in vista dell’immissione sul mercato.

Il parterre di relatori che hanno partecipato all’evento, con la moderazione di Fabio Butturi, direttore di DIESEL era equamente diviso tra rappresentanti di società di engineering (4e Consulting e Ricardo) e costruttori di motori (Fpt Industrial e Kohler). Qui sotto trovate il video integrale del webinar.

Nel webinar si è parlato dei principali driver per l’ibridizzazione

Di seguito, le parole di Paolo Patroncini, fondatore di 4e Consulting.

«Quello dell’ibridizzazione dei trattori specializzati è un tema molto sentito. L’esperienza con Carraro Agritalia è stata importante in questo senso. Secondo la nostra esperienza, il driver principale è stata la possibilità di eliminare il complicato sistema di post-trattamento per potenze superiori ai 77 chilowatt, che implica l’adozione dell’Scr. Questo comporta un aggravio di costo e complessità per l’utilizzatore finale. Un altro driver è stata la riduzione dell’impatto sul layout. Fondamentale per le caratteristiche del trattore specializzato.

Il percorso individuato è stato quello di un’architettura ibrida parallela, quindi con motore elettrico interposto tra motore e cambio. Abbiamo quindi affrontato anche il tema dell’elettrificazione del Pto. Il downsizing del motore diesel è stata dunque una conseguenza».

na soluzione ad hoc: l’F28 di Fpt Industrial

«Il rapporto costi/benefici dovrà essere subito chiaro per l’utilizzatore. I vantaggi offerti da una maggiore efficienza termica dovranno quindi essere quantificabili fin dalla fase di pre-dimensionamento», ha aggiunto Davide De Silvio, Director of Sales, ePowertrain di Fpt Industrial. «Come FPT, stiamo sviluppando una soluzione ad hoc che parte da un motore a combustione interna con una progettazione dedicata (l’esempio è quello dell’F28, Diesel of the Year 2020)».

Perché non si parla di full electric per gli specializzati, visto che lavorano in un ambiente circoscritto? «Non è uno scenario impossibile in futuro, ma oggi una soluzione ibrida garantisce costi per chilowatt/ora, pesi e ingombri difficilmente replicabili. Il messaggio che vogliamo dare ai nostri clienti è quello di cominciare a elettrificare le macchine».

Una dimensione ulteriore ai powertrain tradizionali

«Secondo la nostra visione, l’elettricità ha aggiunto una dimensione ulteriore ai powertrain tradizionali. Pensiamo vada sfruttato tutto il campo che si genera con i due asset. I driver che noi vediamo sono quello economico – quindi avere un bilancio più favorevole sul Tco – ma anche e soprattutto quello delle prestazioni della macchina, ovvero pensare ad applicazioni che già mostrino chiaramente i vantaggi. Ci troviamo, insomma, in questa fase dell’evoluzione. È importante proporre delle soluzioni, svilupparle e metterle sul mercato rapidamente. Dall’altra parte occorre fare i conti con la complessità delle macchine e con la necessità di contenere costi e tempi entro limiti accettabili», ha spiegato Nicola Scinicariello, a capo dell’Advanced engineering di Kohler.

Ricardo e l’importanza della simulazione

Infine, il punto di vista di Carlo Actis, Business development manager di Ricardo Italia, che spezza una lancia in favore delle società di engineering, cruciali per quanto riguarda la capacità di simulazione. «Non parlo soltanto di Ricardo, naturalmente, ma credo che le simulazioni siano fondamentali per capire quanto una soluzione sia più vantaggiosa rispetto a un’altra. Secondo le valutazioni che, come Ricardo, abbiamo fatto, a seconda del trattore il diverso profilo di emissione può permettere soluzioni vantaggiose o meno. Il problema è che il trattore è una macchina polivalente: le valutazioni possono dare delle grosse sorprese in termini di efficienza e rapporto costo/beneficio».

Sarà interessante, secondo Actis, guardando al futuro, monitorare gli sviluppi della digitalizzazione e immaginare un possibile abbinamento tra guida predittiva e applicazione predittiva per l’utilizzo del powertrain, con l’obiettivo, appunto, di prevedere il profilo di emissione.

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