Grano, l’Ucraina firma l’accordo con Onu e Turchia per sbloccare le navi cargo. Via libera a 35 mln di ton
L'accordo ha avuto ripercussioni positive sui prezzi del cereale che, in poco tempo, sono tornati ai livelli precedenti lo scoppio del conflitto lo scorso 24 febbraio
Buone nuove sul fronte del grano bloccato nei porti del Mar Nero: dopo settimane di trattative sul filo del rasoio, l’Ucraina ha firmato la sua parte del documento che dovrebbe fornire tutti i presupposti fondamentali affinché le milioni di tonnellate stoccate da mesi nelle grandi navi cargo ferme nelle rade (impossibilitate a muoversi a causa delle mine e dei possibili bombardamenti russi), possano prendere finalmente la strada verso i paesi in via che più ne hanno bisogno, su cui iniziava ad aleggiare lo spettro di gravissime carestie. In base a quanto contenuto nell’accordo e come riportato dall’agenzia Tass, le navi russe non dovranno scortare nessun cargo carico di grano. Le eventuali ispezioni alle navi cargo ucraine dovranno essere fatte da un team congiunto di specialisti, che comprenda quindi sia uomini di Kiev che di Mosca.
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L’Ucraina sigla l’accordo sul grano. 35 mln di ton di grano stanno per essere sbloccate
Va sottolineato che l’accordo non è stato siglato tra Ucraina e Russia, bensì da Kiev con l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e Turchia, la nazione che sin dallo scoppio della crisi del grano si è fatta da garante tra i due paesi in conflitto per giungere a un compromesso. Il documento, da parte dell’Ucraina, è stato firmato Oleksandr Kubrakov, il ministro delle Infrastrutture. A completare il documento sono poi state poste le firme del ministro della Difesa turco Hulusi Akar e del segretario generale dell’Onu António Guterres.
L’accordo con la Russia, che sarà ratificato a parte e in separata sede, è atteso anch’esso a breve. Secondo le prime stime, il via libera delle navi cargo dai porti ucraini dovrebbe portare alla movimentazione di ben 35 milioni di tonnellate di grano verso i porti del Mediterraneo e dell’Africa. L’accordo ha inoltre avuto ripercussioni positive sui prezzi del cereale che, in poco tempo, sono tornati ai livelli precedenti lo scoppio del conflitto lo scorso 24 febbraio. Mentre il grano tenero viene venduto a 784,5 dollari per ogni singola unità contrattuale da 5mila staia, mettendo a segno -2,64% rispetto alla precedente quotazione, il grano duro viaggia a 841,25 dollari per 5mila staia (-2,32%).
Il commento della Coldiretti
In base a quanto riportato dalla Coldiretti (che si è basata sui dati Istat del 2021 sul commercio estero), i nuovi accordi potrebbero dare il “via libera all’arrivo in Italia di quasi 1,2 miliardi di chilli di mais per l’alimentazione animale, grano tenero per la panificazione e olio di girasole dall’Ucraina grazie all’accordo sulle esportazioni di cereali ed altri prodotti alimentari raggiunto tra Kiev e Mosca.
“L’Ucraina – sottolinea la Coldiretti – nonostante il calo dei raccolti resta uno dei principali produttori e rappresenta il 10% del commercio mondiale di frumento tenero destinato alla panificazione ma anche il 15% del mais per gli allevamenti. L’accordo raggiunto per la ripresa del passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero è importante per salvare dalla carestia quei 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione ma anche per i Paesi più sviluppati costretti ad affrontare una crescente inflazione spinta dal carrello della spesa e favorita dalla crisi energetica ma anche dai cambiamenti climatici che con caldo e siccità hanno tagliato i raccolti”.