100 miliardi di dollari di aumenti in poco più di due mesi, con gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare e sul fabbisogno energetico di milioni di persone: le conseguenze della guerra in Ucraina continuano ad impattare negativamente sulle quotazioni di grano e mais destinati all’alimentazione umana e a quella animale (con picchi, rispettivamente, del +22% e del +17%), con effetti a cascata su tutti i prodotti alimentari. Quello tratteggiato dalla Coldiretti – partendo dai numeri emersi dalla chiusura settimanale del Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale del commercio delle produzioni agricole – sugli effetti degli aumenti dei costi delle materie prime è un altro quadro impietoso, l’ennesimo dallo scoppio della crisi.

Le quotazioni sul mercato future del grano – sottolinea la Coldiretti – sono salite a 10,75 dollari per bushel (27,2 chili) mentre il mais si è assestato a 7,88 dollari, ma in aumento rispetto al giorno dell’invasione dell’Ucraina sono anche il riso (+6%) e la soia (+2%) che già veniva trattata su valori elevati.

Grano, con la guerra “scomparso” un quarto del grano mondiale

Con la guerra rischia infatti di venire a mancare dal mercato oltre un quarto del grano mondiale con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16 % sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate), secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga. Senza la fine della guerra le semine primaverili di cereali in Ucraina – sottolinea la Coldiretti – saranno praticamente dimezzate su una superficie di 7 milioni di ettari rispetto ai 15 milioni precedenti all’invasione mentre le spedizioni dai porti del Mar Nero sono bloccate dall’invasione.

Una situazione che ha alimentato l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che – spiega la Coldiretti – si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori. Una speculazione che ha messo seriamente a rischio la sicurezza alimentare di milioni di persone, soprattutto nei paesi più poveri.

Le proposte Coldiretti

Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma – conclude Prandini – è necessario investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

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