Ripercorreva la rodata esperienza maturata con il Quasar 85 il Goldoni Star 85 Quadrifoglio della Goldoni. Infatti, la casa modenese riproponeva lo stesso motore (con tarature diverse, da 84 e 82 cavalli) e la trasmissione meccanica con Dual Power e inversore, battezzata da più la “due in una”. Anche l’impianto frenante (a dischi multipli in bagno d’olio) e il tipo di carro (fusione in ghisa sferoidale) erano stati riproposti su Goldoni Star 85 Quadrifoglio. Mentre l’impianto idraulico, sempre con due pompe indipendenti, alimentava il sollevatore posteriore con portata maggiorata di 2.500 kg (2.400 sul Quasar).

Ma il vero plus del Goldoni Star 85 era rappresentato dalla cabina che offriva buoni livelli di comfort, rumorosità contenuta e rivela una disposizione dei comandi ergonomica. Tanto che dopo pochi minuti si aveva già l’impressione di avere già tutto sotto controllo.

Cambio di rotta anche per quanto riguarda il design. Ai tempi sembrava infatti che Goldoni avesse l’intenzione di abbandonare le linee spezzate e squadrate per sposare (come vuole la moda attuale) profili più smussati e piacevoli. Scelta non priva di risvolti pratici, per un trattore che deve lavorare all’interno di filari e che non deve presentare appigli alla vegetazione. Così com’è, lo Star 85 Quadrifoglio sembra dunque avere tutta le carte in regola per battersi nel recinto dei grandi. Era (ed è) il mercato europeo la grande sfida, dove Goldoni ai tempi collocava il 50% dell’intera produzione.

Goldoni Star 85, la meccanica: si fa in tre con le prese. E il sollevatore era da record

Come si è visto in apertura i due concorrenti giocavano ad armi pari: trasmissione meccanica e medesimo motore. La scelta di Goldoni di equipaggiare lo Star 85 Quadrifoglio con il motore VM rappresenta, se non proprio una novità (era già presente sul Quasar 85), una scelta ben precisa. La casa modenese, solita a equipaggiare i propri trattori con motori Lombardini e Perkins (gamma idea e Transcar) o John Deere (vedi Star 75 Quadrifoglio) ha puntato stavolta sul VM 704, che oltre a costare meno rispetto a un motore John Deere della stessa potenza , è un 2,8 litri contro i 4,5 del Powetech.

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Con tutti i vantaggi di peso e consumo derivati. Nonostante le cilindrata minore, il VM offre comunque polivalenza che, per uno specializzato come lo Star 85, rappresenta il valore aggiungo. In sede di prova su campo, infatti, lo Star 85 non ha avuto alcun problema a lavorare con una falciacondizionatrice di notevoli dimensioni. Quindi, il Vm si mostra motore potente, particolarmente elastico e parco nei consumi. Notevole anche la possibilità di prese di forza, per flangiare sino a tre pompe idrauliche.

Facili e veloci anche le operazioni di manutenzione.

Infatti, a differenza del Tgf 9400 il cofano dello Star 85 era completamente ribaltabile, con due piccoli fianchetti fissi che ricoprono parti del motore che non necessitano di interventi quotidiani. Come nel caso del Tgf 9400, poi, la capacità del serbatoio carburante si attestava a quota 60 litri, quanto basta per lavorare circa 3 ore senza doversi fermare per il gasolio. L’equipaggiamento standard prevede la trasmissione meccanica con la possibilità di selezionare, tramite leva, due tipi di cambio: 8 + 8 con inversore sincronizzato, oppure 16 + 8 con Dual power.

Dispositivo, quest’ultimo, che consentiva di avere altri 8 rapporti in avanti diminuiti del 20% rispetto al 8 principali. L’innesto delle marce risulta fluido e preciso nonché intuitivo, qualità esaltate dalla felice disposizione dei comandi. Altro plus dello Star, la presenza di tre distributori posteriori (6 attacchi rapidi) che consentono di lavorare con gli attrezzi più complessi.

La cabina. Il silenzio è d’oro

Gli interni si presentano puliti, proporzionati, con comandi sempre accessibili. Sul tunnel centrale poco pronunciato sono affogate le leve principali della trasmissione. Rispetto alle versioni precedenti, i comandi del cambio sono collocati a ridosso della base del volante, liverando così le gambe dell’operatore. Sotto al volante, infatti, sono sistemate la leva delle quattro marce principali e dell’inversore.

Sulla destra del volante c’era il pomello dell’acceleratore a mano, quasi un autografo Goldoni, mentre tutti i comandi del sollevatore sono a destra del sedile. Per la presa di forza è prevista, invece, una piccola leva collocata sulla sinistra. Inoltre, in virtù di una piattaforma totalmente indipendente e fissata su silent-block, la rumorosità all’interno della cabina è risultata contenuta (con 82 decibel all’orecchio dell’operatore).

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