La Goldoni, azienda di Magliarina di Carpi (MO) nata nel 1926, costruiva inizialmente pompe da irrigazione e nel 1950 realizzò il suo primo motocoltivatore. I mezzi Goldoni erano concepiti principalmente per i frutteti e per i vigneti, specializzazione tutt’ora elemento distintivo della produzione dell’azienda. Nel 1957 arrivarono gli articolati Export e Universal e nel 1982 i primi trattori specializzati serie Compact

Goldoni, esperti in agricoltura e specializzati da quasi un secolo

Da allora di acqua sotto i ponti ne era passata tanta e, nel 2012, la Goldoni produceva annualmente circa 13mila mezzi: motocoltivatori, motofalciatrici, trattrici con pianale di carico e soprattutto trattori specializzati e isodiametrici. Nel segmento dei trattori speciali la Goldoni si era imposta nel tempo come marchio leader in Italia spartendo il podio con colossi come New Holland, Landini e Same.

Primo produttore di trattori speciali nel 2010, nel 2011 dovette cedere il gradino più alto del podio, ma aveva comunque immatricolato più di 800 macchine, un volume equivalente a quasi il 18% del totale del segmento. Marchio specialistico, Goldoni non aveva mai cercato di stupire con effetti speciali, semmai aveva sempre voluto soddisfare i propri clienti con prodotti semplici, affidabili e dalle buone prestazioni.

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La meccanica. Due trattori in uno. A metà strada tra un frutteto convenzionale e un 4×4, offriva i pregi di entrambi

Nel segmento dei trattori da vigneto e frutteto, la casa di Magliarina proponeva gli Energy spinti da motori da 43 a 75 cv e i più famosi Star dotati di propulsori da 48 a 95 cavalli, da sempre tra i trattori più venduti in Italia. In mezzo a loro si collocava un trattore molto particolare, il Quasar 90. Si trattava del trattore specialistico Goldoni di alta potenza più richiesto con più di 150 unità immatricolate nel 2011 solo in Italia.

Particolare nel senso positivo del termine, in quanto non è uno speciale classico, né un isodiametrico 4×4 né tantomeno un cingolato, ma un riuscito mix tra queste diverse tipologie di trattore. Come un cingolato ha il baricentro basso, l’altezza al cofano supera di poco il metro, un limitato compattamento del terreno grazie ai pneumatici anteriori 280/70R 18 e posteriori 360/70R 20 e il peso perfettamente ripartito sui due assali. Per abbassare ulteriormente il trattore erano disponibili accoppiate di pneumatici da 16 pollici sull’anteriore e da 20 pollici di minor diametro sul posteriore. Il passo da 1.871 millimetri e le ruote quasi isodiametriche conferivano al mezzo una grande stabilità longitudinale, rendendolo sicuro anche nelle forti pendenze.

Goldoni Quasara, a suo agio in varie applicazioni

In pratica, il Quasar 90 si trovava a suo agio in una moltitudine di applicazioni: nei frutteti, sul pieno campo, in pianura e in montagna. La massa di due tonnellate e mezzo gli 82 cavalli del motore offrivano un ottimo rapporto peso/potenza corrispondente a 30,5 chili per cavallo. Il motore era un VM a quattro cilindri turbocompresso da 2.970 cc (94 x 107 alesaggio e corsa) che erogava la potenza massima a 2.600 giri. La coppia massima, quasi costante da 1.200 a 1.800 giri consentiva un buono sfruttamento del motore anche a regimi ridotti: la riserva di coppia corrispondeva al 18%. Discreta l’accessibilità anteriore al vano motore grazie al cofano monoblocco ribaltabile. Il serbatoio carburante da 60 litri era collocato posteriormente con il bocchettone discretamente accessibile e dotato di una retina cilindrica che tratteneva le eventuali impurità del gasolio.

La frizione con disco da 11 pollici trasmetteva la coppia a un cambio molto originale che era ormai un classico e una peculiarità Goldoni: un 8×8 che poteva trasformare in un 16×16. Una leva collocata di fronte al sedile consentiva di selezionare quattro marce sincronizzate, mentre un’altra sul lato sinistro innestava il riduttore per le marce lente o veloci.

Nella norma la dotazione standard della presa di forza: 540 e 750 giri più la sincronizzata cambio. A richiesta con un sovrapprezzo di 249 euro c’era la 1.000 giri al posto della 750. Il sistema idraulico era attivato da una pompa a ingranaggi da 43 litri al minuto che serviva l’idroguida, il sollevatore i distributori supplementari. Il sollevatore, dotato di controllo dello sforzom aveva una capacità di 2.400 kg alle rotule e l’attacco a tre punti era dotato in opzione (155 euro ai tempi) di attacchi rapidi.

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La cabina. Confortevole e ben dimensionata. Ampia ed ergonomica garantiva il giusto livello di protezione e comfort

La cabina dotata di aria condizionata di origine Lochmann era ben fatta, dotata di ampie superfici vetrate e di altrettante portiere. Peccato per il tunnel della piattaforma piuttosto pronunciato e per i parafanghi anteriori fissi che, assieme ai pannelli laterali del motore, ostacolavano un po’ la visibilità sull’anteriore. Il sedile montato era in materiale plastico: poteva essere auspicabile l’adozione di un sedile in tessuto dotato di braccioli. Migliorabili anche alcuni comandi della trasmissione dall’aspetto un tantino vintage. La strumentazione, essenziale, era ben consultabile attraverso il volante a due sole razze.

Il Quasar 90 poteva montare la cabina standard (quella dell’esemplare in prova nel 2012), chiamata GL6, oppure un semplice arco di sicurezza abbattibile per finire con due cabine speciali ribassate, la SGI Low profile la SGI/I Super Low Profile. L’altezza massima al tettuccio corrispondeva rispettivamente a 1.840 e 1.740 mm. In definitiva, il Quasar 90 era una trattore poliedrico, perfetto in quanto a dimensioni e pesi, in grado di svolgere svariate attività anche in terreni in forte pendenza.

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