Dal tunnel della vertenza Goldoni-Arbos, che vede da quasi tre mesi gli oltre 200 lavoratori in presidio fisso fuori dai cancelli dell’impianto di Magliarina di Carpi (nel modenese), trapela una timida luce di speranza. Il tutto mentre la continuità operativa resta appesa a un filo, con il concordato liquidatorio che incombe dopo le mosse di Lovol, l’azienda cinese che nel 2015 era subentrata nelle gestione. Stando infatti a quanto rilasciato dalle organizzazioni sindacali dopo un serrato incontro tra le parti in causa, un soggetto industriale avrebbe mostrato interesse nel rilevare l’attività dello storico produttore di trattori modenese. Una situazione complicata che la rivista Trattori ha cercato di ripercorrere sin dall’inizio.

Goldoni-Arbos

Goldoni-Arbos, la speranza resta accesa

Il soggetto in questione, secondo il sindacalista Cisl-Fim Massimo Occhi, avrebbe già fatto visita agli impianti Goldoni-Arbos e avrebbe depositato 500mila euro in banca per consolidare la propria posizione nell’operazione di acquisizione. Non solo: l’industriale avrebbe fatto anche capolino all’asta ‘vincolata’, scaduta lo scorso 9 dicembre. I piani presentati, continua il sindacalista, devono ancora essere analizzati a fondo dalle parti in causa. Ma tutto è ancora in dubbio poiché ancora non ci sono effettive valutazioni sui tempi e le modalità della proposta.

Tuttavia durante l’incontro tra il presidente di Goldoni-Arbos, Dixon, Confindustria, i rappresentanti sindacali di Cisl-Fim e Fiom-Cgil insieme ai responsabili delle risorse umane è emersa anche un’altra importante nota positiva, oltre all’annuncio di un soggetto interessato all’acquisizione. La società cinese Lovol – la stessa che per intenderci ha dato il via al drammatico concordato liquidatorio (possibile prodromo del fallimento) – ha stipulato un accordo che ha dato il via ad un nuovo assetto societario. Ora è Weichai, Gruppo che nel 2012 aveva rilevato il Gruppo Ferretti, rilanciandolo con grande successo, ad essere il nuovo azionista di maggioranza, con oltre il 60% delle quote.

La situazione degli operai

Per Massimo Occhi si tratta di “una nuova compagine societaria che potrebbe avere risvolti positivi sia per Goldoni che per Arbos, visto che si tratta di un Gruppo che ha numerosi interessi in Italia e finora sta dimostrando di saper fare impresa”.

Nel frattempo Goldoni-Arbos si troverà costretta a prorogare di nuovo la Cassa Integrazione per i suoi dipendenti dopo il 25 dicembre almeno fino a febbraio inoltrato. Solo per il rotto della cuffia la gestione aziendale è riuscita a pagare gli stipendi di novembre e di dicembre nonché la 13esima. Intanto i dipendenti continuano a presidiare gli impianti.

Goldoni-Arbos, Fiom è cauta. Scongiurato il fallimento?

In merito alla sola Arbos “la Fiom accoglie favorevolmente la notizia e la conferma – esordisce il comunicato firmato da Stefania Ferrari e Angelo Dalle Aveche della sezione modenese – che si sono determinate le condizioni per recuperare il pagamento della retribuzione di novembre ai lavoratori e per pagare regolarmente le spettanze relative a dicembre ed alla tredicesima. Sul futuro dell’impresa, per la quale è stata presentata istanza di fallimento nei giorni scorsi, sono aperti diversi scenari. L’impresa dichiara di avere le condizioni per presentarsi al tribunale nell’udienza prevista per il 16 dicembre, senza insolvenze che possono determinarne il fallimento”.

“Arbos non ha escluso la possibilità di continuità di impresa – prosegue la nota – ma non ha chiarito che questo sia il reale obiettivo che persegue. Tale atteggiamento conferma lo stile e la modalità fin qui utilizzata da Arbos che pare essere comunque sempre restia a rendere qualche certezza alle lavoratrici e ai lavoratori”.

Ma la posizione finale è quanto mai cauta: “La Fiom/Cgil non legge ancora nelle dichiarazioni fatte un impegno della proprietà cinese sufficiente a risolvere i problemi. La stessa ci appare ancora disimpegnata e lontana dal potenziale dramma occupazionale che il suo atteggiamento può determinare e continuerà a ricercare e a mettere in campo ogni forma di pressione per sostenere il futuro lavorativo dei 230 attuali occupati”.

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