Le strategie per l’avviamento dei giovani agricoltori alla professione e per lo sviluppo del settore, soprattutto in un’ottica sostenibile ed economica, non sono solo al centro delle mosse del legislatore e degli operatori stessi. Ma anche del mondo associativo: lo dimostra il protocollo d’intesa siglato recentemente dai presidenti nazionali di Cia-Agricoltori Italiani e di CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Cristiano Fini e Carlo Gaudo. Da una parte, quindi, il compito è quello di mettere a sistema ricerca, innovazioni, conoscenze e competenze per promuovere lo sviluppo del settore agricolo, dall’altro far incontrare le esigenze dei giovani agricoltori con il mondo della ricerca. Senza dimenticare il ruolo dell’aggregazione all’interno delle filiere agroalimentari.

Il progetto, in particolare, vuole sviluppare innovazioni nel sistema agroalimentare, forestale e ambientale; migliorare qualità, resa e valorizzazione delle produzioni agricole nonché la vita nelle aree rurali e interne. Promuovere il diretto coinvolgimento delle imprese agricole e delle loro rappresentanze nel processo di progettazione delle innovazioni; supportare, infine, le imprese nella gestione e nella valutazione economica delle scelte operative. Durante la firma del protocollo erano presenti anche i presidenti nazionali di Agia-Cia e Associazione Agricoltura è Vita, Enrico Calentini e Stefano Francia.

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Giovani agricoltori, un’intesa per favorire la loro crescita

Una collaborazione a 360° che prevede non solo un reale trasferimento tecnologico dalla ricerca alle imprese agricole, ma anche informazione e formazione, consulenza, supporto tecnico e creazione di associazioni e/o partenariati per sviluppare l’integrazione e la sinergia fra i soggetti delle filiere strategiche, il Made in Italy e la dieta mediterranea. Una vera e propria road map che permetterà ai 41 mila giovani imprenditori agricoli di Agia-Cia di accedere ai 72 Centri del CREA in 19 regioni d’Italia. Già nel mese di dicembre le prime tappe per l’orticoltura nelle Marche, per l’agrumicoltura in Sicilia e per la genomica in Emilia Romagna.

“Accompagnare e realizzare la transizione verde e digitale dell’agricoltura, vuol dire incentivare lo scambio tra mondo della ricerca e imprese del settore. Coinvolgere i giovani imprenditori agricoli è chiaramente fondamentale e strategico”, ha commentato il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini. “Siamo, quindi, soddisfatti di essere riusciti a concretizzare, insieme anche alle associazioni Cia, Agia e Agricoltura è Vita, un progetto che si avvale del grande ruolo del Crea per offrire alle nuove generazioni, percorsi organici di conoscenza dell’innovazione, con obiettivi definiti e valorizzanti. Crediamo in questa collaborazione e ribadiamo la necessità di maggiori risorse e politiche adeguate, affinché ricerca e agricoltura, possano trovare insieme soluzioni sempre più efficaci contro i cambiamenti climatici”.

“La firma degli accordi con le associazione agricole – ha dichiarato Carlo Gaudio, presidente del CREA – è senza dubbio essenziale perché la ricerca, la sperimentazione, l’innovazione e la formazione rappresentano il cuore della nostra attività, che deve uscire dai laboratori per riversarsi sul campo e ricevere dagli agricoltori, dai giovani imprenditori e da associazioni quali Agricoltura è vita l’input per la ricerca, orientata verso la difesa della qualità, della produzione e del Made in Italy”.

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