Frutta e verdura, servono almeno 40mila lavoratori per la raccolta nel 2023
L'appello della Coldiretti in occasione della giornata nazionale della frutta italiana. Oltre al bacino rappresentato dai migranti, la forza lavoro può essere trovata tra pensionati, studenti, disoccupati. Ma non solo
Se non si corre ripari con misure ad hoc, con l’arrivo dell’estate, anche nel 2023 potrebbe ripetersi la stessa situazione dell’anno scorso, con interi raccolti di frutta e verdura abbandonati a se stessi per mancanza di manodopera, con danni rilevanti al comparto agricolo nazionale, già messo duramente alla prova dalla siccità e dal caldo record. L’allarme arriva direttamente dalla Coldiretti, i cui associati sono stati testimoni delle complicazioni della scorsa stagione.
Secondo la sigla, per colmare questa grave mancanza di manodopera servono almeno 40mila lavoratori. Un numero imponente, raggiungibile secondo la Coldiretti con nuovi ingressi in riferimento alla nuova programmazione dei flussi di immigrazione decisa dal Consiglio dei Ministri. A cui si affianca anche la proposta di programmazione triennale dei flussi per consentire una più agevole pianificazione del lavoro sul medio periodo da parte delle aziende agricole.
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Non va dimenticato che il settore ortofrutticolo nazionale garantisce all’Italia 440mila posti di lavoro, pari ad oltre il 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi di euro all’anno tra fresco e trasformato. Il valore del settore ortofrutticolo è pari al 25% della produzione agricola totale, grazie all’attività di oltre 300mila aziende agricole su più di un milione di ettari coltivati in Italia che sono oggi a rischio.
Come sottolineato dalla Coldiretti quello ortofrutticolo è un settore ad elevata intensità di lavoro con operazioni difficilmente meccanizzabili che richiedono manualità e professionalità, con un bisogno di giornate lavorative, fra coltivazione e raccolta, che oscilla tra le 80 per le mele e oltre 510 per le fragole. Un comparto in cui attualmente un raccolto su quattro è garantito proprio dall’apporto della forza lavoro straniera che, stagionalmente, arriva in Italia per portare a termine in qualche mese le operazioni in campo.
La ricetta Coldiretti
La pandemia e la guerra hanno complicato la situazione, determinando una carenza di manodopera che ha provocato situazioni di difficoltà con le imprese che, negli ultimi anni, hanno avuto problemi a trovare i collaboratori necessari per potatura e raccolte, dovendo spesso rinunciare a parte della produzione che deve essere assolutamente raccolta quando matura.
Il nuovo sistema di prestazioni occasionali introdotto con l’ultima legge di bilancio per la Coldiretti potrebbe rappresentare un’opportunità per pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno con l’unico limite determinato dalla durata della prestazione che non potrà superare, per singolo occupato, le 45 giornate di lavoro effettivo all’anno e non aver già lavorato in agricoltura. Si tratta di un rapporto di lavoro subordinato agricolo che – conclude Coldiretti – garantisce le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali, ecc.) previste per gli occupati a tempo determinato ma il salario sarà esente da imposizione fiscale, cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico.