La rivolta di piazza degli allevatori francesi ha costretto il governo Hollande a rivedere il suo calendario dei lavori: partita dalla Normandia domenica scorsa, dove gli allevatori hanno posto “sotto assedio” la citta’ di Caen, la protesta si e’ man mano estesa a luoghi simbolici della Francia come la Grotta Lascaux II in Dordogna (famosissima per i suoi dipinti preistorici, ndr), la Citta’ corsara di Saint Malo e Mont Sain Michel nella Manica.

Blocchi stradali ovunque, circolazione bloccata, polizia impotente e comunque solidale con i rivoltosi, questa è la situazione in tutto il Nord della Francia

E cosi’ il primo ministro, Manuel Valls, martedi’ si e’ visto costretto a convocare a Palazzo Matignon una “riunione sulla filiera dell’allevamento” a cui hanno partecipato i ministri dell’Economia Emmanuel Macron, del Bilancio Christian Eckert, del Commercio estero Matthias Fekl e dell’Agricoltura, Ste’phane Le Foll.

Al termine della riunione solo il ministro Le Foll ha parlato ai giornalisti: per annunciare che presentera’ in Consiglio dei ministri un “piano d’urgenza” composto da 16-17 proposte e spunti di discussione.

Il ministro dell’Agricoltura, che aveva rifiutato di recarsi ad incontrare a Caen gli allevatori, si e’ visto costretto a fare marcia indietro ed a smentirsi: ieri pomeriggio il governo lo ha spedito in Normandia ad illustrare il piano predisposto per risollevare le sorti dell’industria agroalimentare francese e, questa e’ la speranza, far calare la tensione e convincere gli allevatori a togliere i blocchi stradali.

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Arrivato in elicottero, perchè ogni altro percorso via terra era ed è bloccato da barricate fatte con trattori, carri, balle di fieno e altro, Le Foll ha incontrato sul campo i principali esponenti della Federazione dipartimentale dei sindacati agricoli (Fdsea) e dei Giovani agricoltori (Ja), con cui si e’ intrattenuto un paio d’ore.

Al termine dell’incontro, si e’ persino “scusato con gli agricoltori” per aver “preso tempo”. Ciononostante gli allevatori non abbassano la guardia ed aspettano di vederci chiaro su cosa preveda il piano del governo in materia di prezzi dei prodotti agricoli e debiti delle imprese, per decidere se e quando togliere i blocchi stradali.

Ovviamente di queste notizie sulla stampa italiana non c’è traccia, dato che la rivolta delle campagne francesi non è contro singoli provvedimenti di Hollande, ma contro l’intera politica agricola imposta alla Francia dalla Ue, penalizzandola e gettando nella disperazione milioni di lavoratori del settore, il secondo più produttivo della nazione.

 

 

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