Francesco Lollobrigida è il nuovo ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare
50 anni, tra i fondatori di Fratelli d'Italia nel 2012, vanta una lunga carriera politica nella destra, dalle sezioni giovanili dell'MSI fino al PdL e Fratelli d'Italia
Francesco Lollobrigida è stato designato dalla neopremier Giorgia Meloni alla guida del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Dicastero che, nel caso del nuovo esecutivo di centrodestra sostenuto dai partiti Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, cambierà anche nome: si chiamerà, infatti, Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare. Una scelta che sin da subito demarca una precisa linea politica, volta a soddisfare le esigenze alimentari della popolazione, che riprende un concetto presente già da diverso tempo negli indirizzi economico-politici globali. Tra le prime nazioni al mondo a istituire un ministero con questo indirizzo troviamo infatti la Francia, con il “ministère de l’Agriculture et de la Souveraineté alimentaire”. Lollobrigida subentra al ministro pentastallato Stefano Patuanelli, attualmente rieletto al Senato con il Movimento 5 Stelle (all’opposizione).
Esponente della prima ora di Fratelli d’Italia, che contribuì a fondare insieme alla stessa Giorgia Meloni e a Guido Crosetto (ora nuovo Ministro della Difesa), Francesco Lollobrigida vanta una lunga esperienza politica, che lo ha visto militare sin da giovanissimo tra le fila del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. Esponente romano di spicco prima di Alleanza Nazionale e poi del Popolo delle Libertà, dal 2010 al 2013 ha ricoperto il ruolo di assessore con deleghe regionali alla mobilità e ai trasporti nella giunta regionale del Lazio di Renata Polverini. Dal 2018 al 2022, durante la XVIII legislatura, ha ricoperto il ruolo di capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. È sposato con Arianna Meloni (sorella di Giorgia) e ha due figlie.
“Sovranità alimentare significa tutelare l’economia e rimettere al centro della produzione il rapporto con i coltivatori non solo per proteggere una parte della filiera agroalimentare ma la cultura rurale. La tendenza che vogliono far passare è quella che basta nutrirsi. A prescindere da dove e come vien e prodotto il cibo. Noi non possiamo accettarlo. Il prodotto italiano è un’eccellenza nel mondo. E il legame con il territorio è di primaria importanza”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.