Florovivaismo, norme UE su vasi possono pesare ingiustificatamente sulle finanze aziendali
CIA scrive una lettera al Ministero dell'Ambiente esprimendo preoccupazione sulla norma che potrebbe introdurre nuovi contributi ambientali. Convocato tavolo al Mase

Le nuove norme UE relative ai vasi potrebbero impattare negativamente sul comparto florovivaistico. La nuova normativa in fase di discussione a Bruxelles, infatti, che li vorrebbe equiparare agli imballaggi, potrebbe rallentare l’operatività delle aziende di settore. I vasi, infatti, sono mezzi di produzione indispensabili per la crescita delle piante e non di strumenti destinati al solo trasporto o commercializzazione. CIA-Agricoltori italiani non usa giri di parole per criticare la nuova normativa e i nuovi possibili contributi che dovrebbero versare gli attori del comparto del florovivaismo.
Ed è per questo che si è subito attivata per porre un freno alle decisioni UE. Lo ha fatto scrivendo una lettere al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica proprio per ribadire la propria posizione in merito alla classificazione dei vasi in plastica per fiori e piante, alla luce delle novità introdotte dal nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi
“Non si può trattare un vaso florovivaistico alla stregua di un imballaggio tradizionale – spiega il presidente nazionale, Cristiano Fini – poiché la sua funzione è garantire il ciclo produttivo della pianta. L’applicazione del Contributo Ambientale CONAI (CAC) in questo contesto risulterebbe un carico burocratico ed economico ingiustificato per le imprese, penalizzando la competitività del settore”.
Florovivaismo, un tavolo per snodare la matassa
La sigla ha comunque espresso apprezzamento per l’apertura di un tavolo di confronto tra le associazioni e i consorzi, promosso dal Mase. Soprattutto, la Confederazione accoglie positivamente l’intenzione del Ministero di avviare un dialogo con la Commissione Ue per chiarire gli aspetti applicativi del Regolamento e rendere operative le esclusioni dal CAC per i vasi riutilizzati nel circuito aziendale o nel B2B.
CIA ha ribadito che un vaso può essere considerato imballaggio solo se “dedicato esclusivamente alla vendita”, come previsto dalla normativa comunitaria. Inoltre, Cia propone di rivedere l’attuale regime di applicazione del Contributo Ambientale, spostando il momento dell’obbligo contributivo alla fase della cessione commerciale del vaso, distinguendo così chiaramente tra uso produttivo e uso commerciale.
“Va evitato a tutti i costi – evidenzia in conclusione Fini – ogni aggravio burocratico a carico dei produttori agricoli florovivaistici nelle fasi precedenti alla cessione al consumo”. CIA ha quindi richiesto al Ministero un regime semplificato di etichettatura per i produttori florovivaistici, sottolineando l’importanza di arrivare a una posizione condivisa entro il termine del 30 giugno, data di scadenza del periodo transitorio stabilito dal CONAI.