Dall’Alto Adige fino a Lecce, andata e ritorno in trattore, facendo tappa presso Fucecchio, ridente comune collinare in provincia di Firenze. Un viaggio che potrebbe essere definito della “passione” quello che ha visto protagonisti un gruppo di trattoristi di Merano che, proprio dalla cittadina sudtirolese, si sono recati nel comune toscano a bordo dei loro trattori d’epoca Porsche per assistere all’inaugurazione di un museo dedicato agli storici mezzi agricoli del brand tedesco.

Porsche, oltre alle auto di lusso anche i trattori

La Casa di Stoccarda, infatti, fino al 1963 oltre alla produzione dei bolidi automobilistici si era dedicata con successo anche alla produzione di macchinari agricoli per i lavori in campo aperto. Trattori diventati ormai rarissimi e, per molti appassionati, veri e propri oggetti di culto. Tanto da spingere la Fondazione d’Appiano, guidata dal presidente Giuseppe Beconcini – che è anche un grande appassionato dei trattori in questione – a progettare e costruire un museo specificatamente dedicato al brand.

All’interno della struttura, costruita in legno proprio a Fucecchio, sono contenuti ben 30 veicoli trattori Porsche (prodotti tra il 1950 e il 1963), tra cui anche un rarissimo modello P312 a benzina (tutti gli altri erano a gasolio) appositamente realizzato negli anni ’50 per le piantagioni di caffè in Brasile, recuperato dallo stesso Beconcini dopo una lunga peregrinazione in Sud America.

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Nello scorso fine settimana, l’inaugurazione del museo trattoristico è stata poi accompagnata da un raduno di appassionati, giunti anche dalla Germanie e dall’Austria, che al seguito dei loro mezzi hanno poi fatto delle escursioni tematiche tra le valli del Padule di Fucecchio e di Bientina. Momenti di condivisioni a cui, poi, è seguita l’esposizione dei mezzi dei partecipanti all’interno della piazza Montanelli del comune fiorentino.

Numerose le targhe commemorative date dal sindaco di Fucecchio a coloro che hanno reso possibile questa rievocazione storica: dallo stesso Beconcini fino ad arrivare ai rappresentanti dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano), che ha recentemente creato una commissione per la valorizzazione del patrimonio agromeccanico storicamente rilevante.

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