FIMA 2018. Tutti i big del trattore in passerella a Saragozza
Fima, ovvero la ‘Feria Internacional de la maquinaria agrìcola’, è il quarto appuntamento europeo per importanza del comparto e va in scena in febbraio negli anni pari, alternandosi con il Sima di Parigi. Come più volte ribadito per il Salone francese, anche l’evento spagnolo paga per forza di cose il collocamento temporale a ridosso della fiera […]
Fima, ovvero la ‘Feria Internacional de la maquinaria agrìcola’, è il quarto appuntamento europeo per importanza del comparto e va in scena in febbraio negli anni pari, alternandosi con il Sima di Parigi. Come più volte ribadito per il Salone francese, anche l’evento spagnolo paga per forza di cose il collocamento temporale a ridosso della fiera autunnale precedente (Agritechnica in questo caso, L’Eima per il Sima) che si ripercuote negativamente a livello di novità assolute presentate.
Detto ciò nessuno dei big player mondiali diserta i padiglioni di Saragozza e non è certo poco per un paese ospitante che non dà i natali a nessuno tra i principali costruttori di trattori e macchine agricole. Sebbene in mano esclusivamente alle filiali il mercato iberico è infatti tutt’altro che marginale con 12.476 trattori immatricolati nel 2017 contro gli 11.428 del 2016 che attestano una crescita del 9 per cento.
Anche alla FIMA si parla di Mother Regulation
Anche qui, come in altri paesi, Italia in primis, c’è lo zampino delle Mother Regulation, ma gli addetti ai lavori stimano che il fenomeno dell’’auto immatricolazione’ abbia riguardato al massimo 500 macchine, offrendo un risultato statistico quantomeno accettabile. Le premesse per la quarantesima edizione della Fima, svoltasi dal 20 al 24 febbraio, erano dunque positive e i numeri registrati dall’ente fieristico a fine kermesse hanno dato ragione alle previsioni. I 160.080 metri quadrati espositivi hanno infatti ospitato 1.572 aziende (di cui il 60 per cento proveniente dall’estero con in testa Italia, Francia, Germania, Stati Uniti e Giappone) e 240 mila visitatori con un impatto economico a Saragozza e nelle sue aree di influenza stimati in 300 milioni di euro.
Passi avanti anche per quanto riguarda il processo di internazionalizzazione con operatori provenienti da ben 72 nazioni, con una predominanza di europei, asiatici e nordafricani. «Almeno il 50 per cento delle attrezzature esposte sono state vendute – ha commentato Manuel Teruel, presidente della Feria de Zaragoza – a testimonianza di un’edizione storica della Fima che si pone assolutamente in linea con la strategia del governo aragonese a favore del settore agroalimentare».
L’agricoltura 4.0 fa tappa alla FIMA
D’altronde il comparto agricolo è uno degli ambiti trainanti dell’economia spagnola e non è un caso se re Felipe VI ha accettato l’invito a guidare la delegazione ufficiale durante la giornata di apertura. Tema principale dell’esposizione è stata ancora una volta l’agricoltura 4.0 con particolare attenzione alle soluzioni digitali applicate alle attività agricole.