Fiatagri Serie 90, storia di una gamma di assoluto successo

Correva l’anno 1984 quando fu presentata la serie 90, la prima vestita ‘Fiatagri’ con l’inedito stemma a foglia sul musone squadrato dopo che nel 1983 la Fiat Trattori assunse il controllo completo del marchio Hesston.

Allora il concetto di ‘serie’ esprimeva una famiglia di mezzi caratterizzati da un carro simile e divisa in gamme a seconda del livello di potenza. La serie 90 era divisa in tre: gamma bassa ( dal 55-90 al 85-90), centrale (dal 90-90 al 110-90) e alta (dal 115-90 al 180-90).

A livello di nomenclatura, la prima cifra che indicava i cavalli era seguita da un trattino e dal numero della serie di appartenenza. Le serie identificate con questo sistema scomparvero solo nel 1997, con l’avvento delle nuove denominazioni TNF, TS, TL e TM.

Ognuna delle tre gamme della serie 90 conquistò il successo nel proprio segmento di appartenenza. In modo particolare, fu la gamma alta a diventare un vero e proprio cult. Dei cinque modelli, i primi tre erano equipaggiati con il muscoloso 6 cilindri 8065 da 5,861 litri, mentre i due più potenti montavano il virile Fiat-OM 8365.25 a 6 cilindri turbo oilcooler da 8,102 litri. Un sound che era poesia. E vogliam parlare del prefiltro centrifugo rialzato alto come la marmitta? Che stile!

Inizialmente erano offerte due trasmissioni meccaniche a marce e gamme sincronizzate: 24+8 con superiduttore oppure 16+16 con inversore. Simboli indelebili di questi cambi sono i due manopoloni rettangolari ai lati del volante. Nel 1986 debuttò poi il primo powershift, in grado di inserire le quattro marce di ogni gamma sottocarico senza l’uso della frizione.

Nello stesso anno esordì sui trattori della serie 90 gamma alta anche il sollevatore elettronico realizzato in collaborazione con la Magneti Marelli. Successivamente venne adottato anche il radar con effetto ‘doppler’ che consentiva di rilevare la percentuale di slittamento.