Il 702, il primo Fiat. Pietra miliare della meccanizzazione agricola
Al momento della sua commercializzazione avvenuta nel 1919, non aveva praticamente concorrenti. Potente e robusto, fu il primo trattore europeo costruito industrialmente
Già nei primi anni del Novecento, Giovanni Agnelli era convinto che la sua giovane azienda avrebbe dovuto interessarsi di qualsiasi cosa dotata di motore, trattore incluso. La Fiat nacque ufficialmente nel 1899 e iniziò a produrre autovetture cui seguirono omnibus, chars-à-bancs, veicoli industriali, tram, motori a benzina e diesel, autocarri e persino aeroplani.
Tutto questo prima del conflitto mondiale, durante il quale i tecnici Fiat iniziarono a esaminare centinaia di trattori, locomotive stradali e motoaratrici presenti sul mercato. Vennero sicuramente influenzati da un prototipo del Fordson F in prova in Italia nel 1916. Decisero quindi che il nuovo trattore Fiat avrebbe dovuto avere una struttura portante ma anche che doveva risultare più potente e pesante del Fordson per essere in grado di arare i tenaci terreni italiani.
I primi prototipi del trattore chiamato 702 vennero assemblati nel 1918 negli stabilimenti di Corso Dante a Torino. Lo stesso anno avvenne la presentazione ufficiale e l’avvio della produzione in serie mentre nel 1919 iniziò la commercializzazione. Il 702 era spinto dal motore a petrolio dell’autocarro 18 BLR accreditato di una cilindrata di 6.235 cc erogante 30 cavalli a 900 giri, potenza ideale per muovere un mezzo di 27 quintali di peso.
Il motore era imbullonato posteriormente a una robusta scatola trasmissione in acciaio che ospitava anche la frizione. Quest’ultima, di tipo multidisco, aveva una particolare logica di azionamento: quando non veniva premuto il pedale, i dischi erano liberi e la trasmissione non veniva attivata.
La meccanica del Fiat 702
Per muovere il trattore era necessario premere il pedale che metteva ‘a pacco’ i dischi in ferodo. Durante il lavoro si poteva bloccare il pedale in posizione abbassata con un dente di arresto facilmente sganciabile con un movimento del piede. La frizione trasmetteva il moto al cambio 3 più 1 e poi alla trasmissione finale costituita dalla parte terminale dell’albero secondario a vite senza fine che agiva su di una ruota elicoidale collegata al differenziale, ai semiassi e alle ruote motrici posteriori.
Nella puleggia posteriore era ricavato il freno di servizio e stazionamento. La puleggia funzionava in contemporanea alla trasmissione, pertanto si potevano ottenere tre diverse velocità per soddisfare qualsiasi esigenza, dalla trebbiatura al pompaggio dell’acqua. Il Fiat 702 venne prodotto dal 1919 al 1920 in 1.100 esemplari venduti in Italia ai Consorzi Agrari ed esportati in tutto il mondo.
Era un gran trattore e lo dimostrò primeggiando nei principali concorsi di aratura internazionali: in Inghilterra, Francia, Argentina, Belgio, India, Brasile, Lussemburgo, Australia, Spagna, Turchia, Tunisia, Finlandia e addirittura nelle Filippine. Nel 1920 venne sostituito dal 702 A, poi arrivarono il 702 B e il 703 B. Nel 1927 k 702 e 703 vennero sostituiti dal modello 700, più compatto e leggero e prodotto fino alla metà del secolo scorso.