Versione ‘low cost’ del ben più noto 450 ebbe vita decisamente breve. Oggi è quasi introvabile e per questo ricercato dai collezionisti Fiat.

Fiat 400

Sulla scia del grande successo della prima serie ‘Nastro d’oro’ del 1968, Fiat decise di ampliare l’ offerta sin dal 1969 con i nuovi modelli 400, 500 e 750. Premessa, il 450 godeva di un grande successo, solo nel 1968 ne vennero prodotti ben 14.335 esemplari ma alcuni concorrenti proponevano dei 40 cavalli più economici. Così a Modena si inventarono un 450 ‘low cost’, per l’appunto in nostro 400.

Fiat 400

Fiat 400. Una versione ‘light’ del 450

La potenza venne abbassata a 40 cavalli riducendo il regime nominale da 2.400 a 2.200 giri. Via i sincronizzatori dal cambio, presa di forza solo a 540 giri (con la sincronizzata cambio a richiesta come la frizione a doppio disco), via la presa di corrente per il rimorchio, l’avvisatore acustico e anche la cassetta porta-attrezzi. 

La strumentazione fu semplificata e il sedile con sospensione a parallelogramma del 450 venne sostituito da quello del 411 R, con sospensione a lamina e molla. Inutile dire che anche il sollevatore era solo a richiesta, come le zavorre e il gancio anteriore.

Fiat 400

Alla fine dell’alleggerimento il 400 a doppia trazione base costava 1.800.000 lire contro i due milioni del 450 DT. Ma chi usava i rimorchi in montagna era costretto ad aggiungere la presa di forza sincronizzata, la presa di corrente e magari anche il clacson e la differenza si riduceva a 100 mila lire per portarsi a casa un trattore con cinque cavalli in meno e il cambio non sincronizzato. Per questo ebbe scarso successo, venne prodotto per due anni in sole 1.434 unità a semplice e doppia trazione. 

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