Robot e macchine agricole fusi insieme per dare vita a sistemi di semina “intelligenti”, basati sugli ultimi ritrovati in fatto di Agricoltura 4.0. Una scenario utopistico fino a non molto tempo fa e ora più che un progetto, una realtà che di anno in anno diventa sempre più concreta. Come ha dimostrato Fendt con l’ultima generazione di robot Xaver: una gamma che porta in dote non solo un restyling esterno, ma anche importanti novità nel suo cuore, ovvero l’unità di semina, con importanti ripercussioni anche nel camopo dello Smart Farming.

Fendt Xaver

Fendt Xaver, il robot seminatore

Tra le aggiunte della nuova generazione di robot per la semina si annoverano pesi aggiuntivi nelle ruote anteriori che consentono, oltre ad un funzionamento più silenzioso, anche una pressione elevata del vomere per la semina su terreni argillosi. Ma anche una zavorratura completa, con cui il robot raggiunge un peso totale massimo di 250 kg, a vuoto è inferiore a 150 kg. Il serbatoio per semi adesso arriva a 20 litri, sufficienti per circa 0,5 ha con 90.000 chicchi/ha.

Aumentata anche la capacità della batteria a ioni di litio a 2,6 kWh. Un Fendt Xaver può lavorare circa un’ora e mezza prima di ricorrere alla carica nella stazione base. Uno sciame di sei unità robot raggiunge una produttività di circa 3 ha/h. Includendo i tempi di carica la produttività arriva ad essere di circa 2 ha/h. Il sistema consente quindi un impiego autonomo 24 ore su 24.

Precision Planting, l’unità di semina che non scende a compromessi

Integrata, nell’ultima generazione del Fendt Xaver,  un’unità di semina di Precision Planting, una nuova tecnologia messa a punto nel gruppo AGCO, di cui la Casa tedesca fa parte. “Grazie a Precision Planting, per i nostri robot per la semina abbiamo potuto attingere al know-how agronomico e alla consolidata tecnologia offerti dal nel nostro gruppo AGCO”, ha dichiarato Benno Pichlmaier, Director Global Technology & Innovation. “Siamo riusciti ad adeguare i moduli e i componenti della prima generazione Xaver e a combinarli con la nuova unità di semina. Le esperienze consolidate sono state combinate con l’innovativo concetto di robotica, dando vita ad un nuovo sistema integrato”.

Il ruolo della tecnologia vSet nel Fendt Xaver: una semina rapida e precisa

La tecnologia vSet utilizza la depressione per separare il seme in modo rapido e con la massima precisione. Con l’ausilio di un sistema di controllo ad azionamento elettrico, i singoli chicchi vengono posizionati nella fila ad una distanza predefinita, con precisione centimetrica. I chicchi vengono posizionati nel solco da un compattatore flessibile.

Grazie al concetto a tre ruote, l’ultima ruota non solo guida il robot, ma funziona anche come ruota chiudi traccia: nel passaggio preme il terreno leggermente di lato e sopra il seme e garantisce così la chiusura del terreno del chicco e quindi l’apporto di umidità necessario per iniziare la germinazione.

Fendt Xaver

Fendt Guide e FendtOne, un sistema di guida integrato nella telematica

Anche l’ultima generazione di robot da campo è dotata del sistema di guida parallela Fendt Guide che assume la guida del robot con precisione centimetrica. Inoltre Fendt Xaver è integrato nella piattaforma FendtONE e può quindi essere gestito assieme al resto della flotta di macchine.

“I pilastri del nostro sistema a sciame – ha concluso Pichlmaier – sono la riduzione in termini di costi di investimento e di potenza, la minimizzazione dei rischi di guasto attraverso la ridondanza dei robot e l’integrazione dell’autonomia e dell’agricoltura di precisione. Dopo la semina con Xaver abbiamo, per così dire, una mappa di tutte le piante sul campo, che è la base per tutti i lavori successivi come la protezione delle colture, il controllo meccanico delle erbe infestanti e la concimazione. Indipendentemente dal fatto che queste operazioni siano eseguite da robot o trattori”.

Infine, oltre agli aspetti energetici, anche gli aspetti ecologici giocano un ruolo importante. I robot per la semina non producono né emissioni nocive nell’aria, né rumore, né potenziali perdite di olio. La pressione a terra è fino all’80% più bassa rispetto ai sistemi meccanizzati tradizionali.

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