A poco più di dieci anni dall’arrivo della gamma sul mercato, e in vista delle succose novità che interesseranno il brand nei prossimi mesi, siamo tornati a bordo dei Fendt 800 Vario, il punto di contatto tra i tuttofare (e amatissimi) 700 e i super potenti 900. Una serie, l’800, rimasta sempre un po’ sottotraccia a livello di vendite, ma che non ha deluso chi ha preferito macchine più robuste e pesanti rispetto ai fratellini della serie 700, ritenuta da molti estimatori Fendt e non solo la gamma perfetta per i farmer europei.

Attualmente articolata nei quattro modelli 822, 824, 826 e 828 con potenze tra i 226 e i 287 cavalli, la gamma è stata aggiornata a livello motoristico e oggi dispone di tutta la connettività in dote alle serie più recenti. Per la nostra ‘rivisitazione’ abbiamo scelto l’826, testato nel cremonese con erpice rotante Aquila di Maschio. Dedicato a contoterzisti e grandi aziende, l’826 Vario (qui nella versione super accessoriata Profi Plus) vanta una cabina dal design minimale ma estremamente funzionale e, come accennato precedentemente, un pacchetto tecnologico di tutto punto.

Le impressioni di guida del Fendt 826 Vario corredate dai grafici tecnici, di rendimento e dal confronto con gli altri trattori della stessa categoria sono disponibili sul numero di luglio-agosto della rivista Trattori (p.40), sfogliabile online.

Fendt 826 Vario Profi Plus, la meccanica. Nato per faticare. Stazza robusta e driveline super affidabile

Il cuore del mezzo in prova è sempre il sei cilindri Deutz da 6 litri, turbo intercooler con iniezione common rail e aggiornato per la normativa Stage V, che gli operatori di mezzo mondo hanno già avuto modo di testare e amare sin dal lancio della gamma. Estremamente compatto e affidabile per quanto riguarda il sistema di post-trattamento dei gas di scarico porta in dote una combinazione di tecnologia SCR, filtro antiparticolato passivo e riciclo esterno dei gas di scarico AGRex, affiancato da un serbatoio AdBlue di 50 litri (lo stesso anche per tutti gli altri tre modelli 800 Vario).

L’826 Vario è in grado di raggiungere una coppia massima di 1.125 Nm già a 1.450 giri/min con una riserva del 31 per cento. Caratteristica che lo rende in grado di lavorare instancabilmente in qualsiasi condizione di carico, dalle operazioni in campo aperto (come dimostrato dal dissodamento del terreno senza tentennamenti con l’erpice rotante Maschio) alle fasi di trasporto. Operazione, quest’ultima, facilitata proprio da una delle aggiunte presenti sul mezzo che abbiamo provato: il freno motore. La macchina può infatti superare i 50 km/h, una caratteristica utile a tutti quegli agricoltori che possiedono grandi proprietà e al cui interno devono effettuarvi lunghi spostamenti. Anche perché, come ben noto, su strada sopra i 40 km/h non si può andare.

Sempre lui, il Vario

In fatto di catena cinematica, sull’826 lavora la rodata unità Vario ML 220, la trasmissione a variazione continua che rivoluzionò il settore intorno alla fine degli anni 90 e da cui, per l’appunto, hanno poi preso il nome praticamente tutti i trattori della Casa di Maktoberdorf. Si tratta, in sostanza, di una trasmissione idromeccanica con ripartizione della potenza, in grado quindi di dialogare direttamente con il motore tramite il riduttore epicicloidale, adattando la velocità (e quindi la trasmissione di potenza) al tipo di utilizzo che l’operatore preferisce per il lavoro sul campo.

Caratteristiche di grande manovrabilità, dunque, che ben di sposano con le dimensioni. Largo 2.750 mm con pneumatici di serie, alto 3.314 mm (con sistema Varioguide per guida parallela, che qui è installato come optional), con un passo di 2.950 mm e un peso a vuoto di 9.520 kg (che, a pieno carico ammissibile, può arrivare fino 16.000 kg e quindi trasportare oltre 6 ton), l’826 Vario si presenta dunque come un mezzo da lavori duri, caratterizzato da grande trazione e stabilità, dote quest’ultima assai apprezzata anche in trasporto con rimorchi pesanti al seguito. Ad enfatizzare tale plus anche la sospensione autolivellante dell’assale anteriore e il Fendt Stability Control, un sistema automatico di blocco dell’oscillazione dell’assale che si attiva sopra i 20 all’ora e si disattiva al di sotto dei 15. Nessun problema in frenata grazie ai robusti freni a disco a comando servoassistito su entrambi gli assali e al freno aggiuntivo che opera sul rinvio della trazione anteriore.

Il Deutz TCD 6.1 L06 è un apprezzato e diffuso 6 cilindri da 6.054 cc che equipaggia il Fendt 826 Vario. Si caratterizza per la testata a 4 valvole per cilindro con iniettore in posizione centrale, turbocompressore con intercooler e valvola waste-gate, gestione elettronica integrale dell’iniezione ad alta pressione Dcr (Deutz Common Rail) fino ai 2.000 bar, Egr e post-trattamento dei gas di scarico con Scr e filtro antiparticolato.

Il motore

La giusta pressione

A chiudere il cerchio c’è poi su richiesta il sistema VarioGrip, in grado di regolare la pressione di gonfiaggio degli pneumatici e farla variare in un range che va da 0,6 a 2,5 bar in pochi minuti, andando quindi a migliorare la trazione, proteggere il terreno e, dulcis in fundo, ridurre i consumi. Ai vertici di categoria anche l’impianto idraulico che di serie prevede una pompa Load Sensing a portata variabile da 152 litri al minuto, ampliabile su richiesta fino a 205 (ai tempi del lancio della gamma di base veniva offerta una pompa da 109 litri al minuto).

Il circuito alimenta fino a otto distributori elettroidraulici (6 posteriori e 2 anteriori) più power beyond e i due sollevatori a comando elettronico. Quello posteriore ha una capacità massima di 11.110 chili, mentre quello anteriore arriva a 4.450. Standard la funzione che consente di esercitare pressione sull’attrezzo, comodo per l’interramento di aratri o erpici su terreni particolarmente compatti. Completa il quadro meccanico la PTO posteriore, in grado di lavorare ai quattro regimi di 540E/1000 e 1000/1000E.

Fendt 826 Vario Profi Plus, la cabina. Un evergreen. 10 anni fa era al top, oggi resta spaziosa e piacevole

Nonostante la presenza di qualche ritocchino estetico sulle linee del cofano, (caratterizzato dal tipico colore verde natura Fendt) e sul profilo dei fanali, ora più taglienti, il design dell’826 è rimasto sostanzialmente quello della versione di lancio di una decina di anni fa. Cosi come la cabina, che oggettivamente è l’elemento che più si discosta dai mezzi di nuova generazione. Intendiamoci Fendt è sempre stata avanti in fatto di tecnologia ed ergonomia motivo per cui quest’abitacolo resta a priori molto confortevole e ben equipaggiato. Tra le aggiunte presenti sulla versione che abbiamo provato c’erano anche il supporto per accessori supplementari (come smartphone o tablet), il tergicristallo con impostazioni per lavavetro posteriore e i fari da lavoro montati sul parafango posteriore.

Fari che, tra l’altro, possono essere comodamente gestiti dal panello analogico posto sotto al volante. Tutta la componente digitale del mezzo può essere gestita direttamente dal monitor del terminale Vario da 10,4”, Da qui è possibile regolare il sistema VarioGuide RTK Trimble, il Contour Assistant, il pacchetto predisposizione guida automatica, il pacchetto base Agronomia e quello Telemetria, il Variable Rate Control e il pacchetto base controllo attrezzi, funzionante ovviamente tramite Isobus. Sempre dal bracciolo è possibile interfacciarsi con l’attivazione della gestione capezzagna VariotronicTI, con cui gli operatori possono creare e archiviare sequenze di fine campo (anche mentre il trattore è in movimento), un sistema che ancora oggi, tramite l’aiuto del GPS, regala grandi soddisfazioni

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