A nemmeno una decina di giorni dallo scorso appello, la sigla dei commercianti di macchine agricole Federacma è tornata a far sentire la sua voce in merito alla misura che prevede l’erogazione di incentivi per le aziende che intendono innovare attraverso l’acquisto di macchinari 4.0. E lo fa puntando i riflettori sulla conversione in legge del DL Milleproroghe: diversi parlamentari, infatti, hanno recepito quanto detto dalla sigla sulle problematicità a cui sarebbero andati incontro gli operatori con una proroga ridotta della misura (fino al 30 settembre 2023, in base a quanto contenuto nell’ultima Legge di Bilancio, e non più il 31 dicembre 2023), e in Senato hanno proposto ben nove emendamenti per posticipare il termine.

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I benefici del cosiddetto credito d’imposta 4.0, a cui gli imprenditori possono accedere avendo pagato almeno il 20% di acconto sul totale del costo del prodotto 4.0 prenotato presso il rivenditore, potrebbero rivelarsi vani se la scadenza restasse immutata al 30 settembre. “I ritardi delle case costruttrici – ha esordito in una nota Federacma – dovuti alle complicazioni della ripresa post-pandemia, aggravati dalle contingenze internazionali provocate dal conflitto russo-ucraino, infatti, non permetteranno ai rivenditori di rispettare la scadenza come, in molti casi, è accaduto per i macchinari acquistati nel 2021 e tuttora non consegnati”.

Macchinari 4.0, il commento del presidente di Federacma

“Ringraziamo i tanti esponenti politici che hanno accolto i nostri suggerimenti per far sì che vengano modificate le norme riguardanti i beni prenotati sia nel 2021 sia nel 2022 – dichiara il presidente di Federacma Andrea Borio – Auspichiamo che maggioranza e opposizione votino in maniera unanime questi emendamenti così da non far perdere alle imprese i benefici del credito d’imposta 4.0, sostenendo chi continua ad investire in innovazione anche in questo scenario di forte incertezza economica. Il nostro ringraziamento va inoltre – prosegue Borio – alla Commissione Industria e Agricoltura del Senato, guidata dal Presidente Luca De Carlo, che ha mandato un segnale chiaro inserendo nel proprio parere al provvedimento la richiesta di modificare le norme sulla consegna dei mezzi prenotati”.

Anche l’appello di Federacma sul mantenimento al 40% del credito d’imposta ha trovato sponda tra i senatori. “Ci sono ben 4 emendamenti che mirano a mantenere invariata la percentuale del beneficio, scesa al 20% nel 2023 – ha aggiunto il presidente – Siamo coscienti che trovare risorse nel Dl Milleproroghe non è semplice ma si andrebbe a sostenere con convinzione una misura che ha dimostrato rilevante riscontro nel settore agricolo negli ultimi anni”.

L’andamento del mercato: il ruolo decisivo delle misure per il 4.0

L’importanza della misura per i macchinari 4.0 è sottolineata, inoltre, dai risultati di mercato, mutati negli ultimi anni al variare della percentuale di credito d’imposta prevista. Nel 2021, infatti, a fronte di una percentuale del credito di imposta pari al 50%, si è registrata l’immatricolazione di 24.835 trattori, in aumento del 36% sul 2020 e tornando ai livelli del biennio 2010-2011. Le immatricolazioni sono scese a poco più di 20mila lo scorso anno con una percentuale del credito d’imposta pari al 40%. Nero su bianco, i dati del mercato dei trattori e delle macchine agricole del 2022 hanno quindi messo in evidenza un calo corposo, che supera il 17%. Qualora non dovessero passare gli emendamenti in questione, le prospettive per il 2023 potrebbero essere ancora più fosche.

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