Creare un’economia circolare virtuosa e sostenibile, in grado di raggiungere lo zero netto di emissioni di carbonio per consentire agli agricoltori di ottenere l’indipendenza energetica. Questo è l’obiettivo che sta alla base del progetto New Holland del trattore a Biometano. Un progetto che si colloca nella più ampia strategia di sviluppo tecnologico che New Holland ha intrapreso per azzerare l’aumento dei gas serra in atmosfera e raggiungere la neutralità carbonica nei processi energivori/produttivi, e che prevede in futuro anche il passaggio all’elettrico e al fuel cell. Un’azienda agricola energeticamente indipendente, ecosostenibile, che abbia un ruolo strategico per lo sviluppo del Paese, al centro di un modello di sviluppo economico circolare e ‘carbon neutral’ può sembrare un sogno, ma non così irraggiungibile.

Esempi virtuosi di aziende che credono e hanno avviato un percorso nella transizione energetica e agroecologica esistono già e sono più attuali che mai, ora che la guerra in Ucraina e gli sconvolgimenti climatici in atto hanno riaffermato l’urgenza di affrancarci dalla dipendenza delle fonti fossili e contrastare il surriscaldamento globale. Se ne è ampiamente discusso durante la prima tappa del “FarmingTour. I nuovi percorsi del biogas”, l’iniziativa del CIB – Consorzio Italiano Biogas alla scoperta delle aziende agricole produttrici di biogas e biometano, che ha preso il via il 16 giugno a Corbetta, in provincia di Milano, presso la Società Agricola La Castellana.

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Proprio la Società Agricola La Castellana, con 900 ettari di campi coltivati e circa 15mila suini, è una di quelle aziende virtuose che in maniera pionieristica ha avviato un percorso non solo ecosostenibile ma anche redditizio, capace di generare ulteriori flussi di reddito dalla vendita di energia e delle eccedenze di biometano, anticipando anche quanto oggi ci chiede la stessa Europa con il pacchetto REPowerEU.

«Gli impianti di biogas agricoli – spiega il Presidente del CIB, Piero Gattoni – sono infrastrutture che oggi possono offrire una risposta concreta al problema energetico e al caro prezzi dei fertilizzanti con la produzione di energia rinnovabile e digestato. L’azienda agricola che ci ha ospitato è un’eccellenza del territorio della provincia milanese e vanta un primato importante: è stata la prima azienda ad aver avviato un impianto biometano agricolo d’Italia».

New Holland
Uno dei momenti del convegno organizzato dal CIB

«La nostra azienda -ha dichiarato Mauro Crivelli, titolare de La Castellana – è partita con il biogas nel 2007 e da allora abbiamo dato il via a nuovi investimenti, tecniche di minima lavorazione del terreno, di irrigazione e nuove misure di agricoltura 4.0. Biogas e biometano sono concatenati all’agricoltura e alla zootecnia: possiamo offrire produzioni di qualità e al contempo produrre energia rinnovabile e digestato per i campi». «Io sono prima di tutto un agricoltore – ci ha tenuto a precisare Crivelli – prima vengono le produzioni agricole, mentre dai sottoprodotti agroindustriali, dagli effluenti zootecnici e dai secondi raccolti si genera energia elettrica, termica e biometano, creando così valore aggiunto da prodotti altrimenti di scarto o che rappresentano un problema per lo smaltimento».

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Sulla strada della sostenibilità per raggiungere la neutralità di carbonio

L’azienda agricola del terzo millennio sta dunque cambiando profondamente il paradigma del suo modello produttivo andando ad aggiungere la gestione energetica del suo ecosistema. In questo contesto il trattore a biometano si inserisce come tassello fondamentale per realizzare l’Azienda Agricola Energeticamente Indipendente e sostenibile. Oltre ad alimentare il genset, il biometano prodotto in loco può infatti essere utilizzato per azionare i trattori a gas naturale presenti in azienda così come i veicoli commerciali come camion e autocarri, mentre eventuali eccedenze di elettricità e biometano possono essere vendute al gestore della rete nazionale.

«Ciò che condiziona sostanzialmente tutta l’evoluzione futura di New Holland sia a livello tecnologico che di prodotto – spiega Alessandro Zilli, business manager alternative fuels CNH – sono gli obiettivi definiti al COP26 che hanno origine dai protocolli di Kyoto. Contenere entro i 2 gradi l’aumento di temperatura a livello mondiale, significa azzerare l’aumento dei gas serra (CO2 e CH4 in primis) in atmosfera ed in altri termini raggiungere la neutralità carbonica (se non addirittura sottrazione carbonica) per i processi energivori/produttivi». «Calare questi obiettivi di neutralità carbonica nel mondo agricolo – prosegue Zilli – significa realizzare modelli di economica circolare sostenibile e Il trattore T6 a Biometano diventa l’anello fattivo e imprescindibile di questa virtuosa circolarità».

New Holland

Energy Indipendent Farm, un sogno diventato realtà

Sono molteplici i vantaggi che una moderna azienda energeticamente indipendente e sostenibile può trarre dal trattore a metano. Ad esempio la possibilità di accesso alle filiere carbon neutral, che si diffonderanno sempre più in futuro e chiederanno una qualifica che è già in essere grazie al trattore e alla economia circolare e sostenibile dell’energy indipendent Farm. Già oggi alcune filiere si stanno muovendo per strutturare un modello di certificazione in tal senso. Stesso discorso vale per l’accesso a quei mercati ‘end user’ carbon neutral, particolarmente profittevoli, così come ai mercati dei certificati CO2 che man mano saranno regolamentati e cresceranno sempre più.

Un sistema azienda già a neutralità carbonica è poi protetto dall’applicazione di normative in materia di immissioni di carbonio equivalente che impatterebbero inevitabilmente negli asset e nei processi del sistema produttivo aziendale tradizionale.

Non da ultimo, e più attuale che mai, l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia permette all’azienda di gestire le leve del costo del combustibile/energia slegandola dalle oscillazioni dei prezzi e dalle speculazioni di mercato. Grazie al trattore a biometano e a questo nuovo modello di energy indipendent Farm, diventa così fattibile l’aggregazione di più aziende in un tessuto/sistema energeticamente indipendente ad alta resilienza dei disturbi del mercato. «Con il trattore a biometano, e quindi con il modello sostenibile di Energy indipendent Farm – conclude Zilli – l’azienda agricola come oggi convenzionalmente la concepiamo compie il salto di specie diventando un’impresa agricola con attività diversificate, ecosostenibile, ad alta redditività».

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