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L’accordo tra FederUnacoma e BolognaFiere per la rassegna internazionale EIMA è stato ufficialmente firmato. Per celebrarlo è stata indetta una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di entrambe le parti: Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma, e Franco Boni, presidente di BolognaFiere, oltre alle più importanti cariche di comune e regione, con Virginio Merola, sindaco di Bologna e Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, più che mai uniti nell’apprezzare il raggiungimento del sospirato accordo che allontana una volta per tutte la concorrenza milanese.

Il nuovo contratto impegna le parti sino al 2030, per la realizzazione di sette edizioni biennali (a partire dal 2018), e consolida una collaborazione storica, iniziata con la prima edizione della rassegna tenutasi nel 1969 nella città capoluogo, con all’attivo ben di 36 edizioni annuali e di 6 biennali (a partire dal 2006).

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I termini dell’accordo

L’accordo prevede la realizzazione da parte di BolognaFiere di un vasto piano di ristrutturazione e riqualificazione del quartiere fieristico – condizione necessaria per dare ulteriori prospettive di crescita alla rassegna della meccanica agricola – con interventi distribuiti nell’arco dei prossimi otto anni e il completamento dei lavori fissato per l’edizione del 2024.

Il contratto prevede altresì due ‘step’ intermedi rispettivamente nel 2018 e nel 2022 per monitorare l’avanzamento del progetto in funzione delle esigenze dell’evento fieristico. Al termine del processo di ristrutturazione del quartiere la superficie espositiva netta sarà pari a 140 mila metri quadrati all’interno di padiglioni di nuova concezione e con i più elevati standard in termini di comfort e funzionalità.

Il commento del Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni

“Il nuovo accordo si basa su una precisa logica economica che misura il potenziale dell’EIMA anche in prospettiva – ha detto il Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – e rappresenta per entrambe le parti una scelta imprenditoriale ben ponderata, peraltro sostenuta con convinzione dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Bologna. Ma l’accordo ha un valore importante anche sotto il profilo simbolico perché l’Emilia Romagna è nell’immaginario collettivo una terra di agricoltura e insieme di motori, una Regione che vede una concentrazione imponente di industrie costruttrici di macchine, attrezzature e componentistica per l’agricoltura e la cura del verde. Questo accordo rafforza dunque il sodalizio fra l’agricoltura e l’industria, e consacra Bologna come ‘capitale’ mondiale della meccanica agricola”.

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