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Il presidente di FederUnacoma, Massimo Goldoni, interviene sui ritardi nell’approvazione del piano di rilancio del quartiere fieristico di Bologna. L’esposizione dell’EIMA vorrebbe rimanere nel capoluogo emiliano, ma ha bisogno di risposte rapide.

BolognaFiere chiede altri tre mesi di tempo per decidere sul piano di rilancio; noi pensiamo bastino solo tre giorni. Fra tre giorni, infatti, si apre ad Hannover l’Agritechnica, l’esposizione internazionale delle macchine agricole che è la concorrente diretta della nostra EIMA, e sarebbe sufficiente una visita in Germania per capire come stanno le cose e approvare urgentemente il piano per il quartiere fieristico bolognese”.

Con queste parole il Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni commenta la situazione d’incertezza nella quale versa la fiera e il clima di tensione tra gli azionisti che mette a rischio il futuro dell’EIMA, una rassegna che costituisce il punto di forza del calendario fieristico della città (la prossima edizione è fissata a Bologna dal 9 al 13 novembre 2016), ma che senza investimenti per l’ampliamento e la riqualificazione delle strutture non potrà più competere a livello internazionale con i maggiori eventi di settore.

Ad oggi, l’Agritechnica può contare su un quartiere fieristico di un milione di metri quadrati, quindi tre volte più grande di quello di Bologna; può vantare strutture architettoniche d’avanguardia, contro i padiglioni bolognesi che risalgono agli anni Sessanta; può avvalersi di un sistema viario e logistico che rende facile l’accesso alla fiera, a differenza di quanto accade a Bologna con i blocchi sulla tangenziale e l’insufficienza dei parcheggi. Senza un miglioramento complessivo del “sistema Fiera”, insomma, la prestigiosa rassegna della meccanica agricola rischia di perdere attrattiva per gli espositori e per il pubblico.

A fine settimana sarò ad Hannover per ragioni istituzionali giacché sono presenti alla rassegna tedesca ben 400 aziende italiane del settore che rappresentiamo – aggiunge Goldoni – e vorrei che i membri del Consiglio d’Amministrazione di BolognaFiere, e le autorità politiche che hanno potere decisionale sulle questioni relative alla Fiera, venissero con me e vedessero di persona come sono attrezzati i nostri concorrenti diretti”.

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