Eagle, i trattori americani che volarono in alto. Una storia del Novecento
Dal Wisconsin, i trattori della Eagle si diffusero presto in tutti gli Stati Uniti rurali, caratterizzando una parte della storia dell'agromeccanica a stelle e strisce. Ma con lo scoppio della seconda guerra mondiale tutto finì
Quella della American Eagle Manifacturing Company è una storia che inizia agli albori dell’agromeccanica moderna, nei primissimi anni del Novecento. Tutto incominciò oltreoceano nel 1906, lontano dai centri nevralgici della meccanizzazione europea: fu proprio in una remota cittadina del Wisconsin (Appleton), in pieno Midwest statunitense, che vide la luce il primo trattore della Eagle. Aveva un motore a 2 cilindri in grado di erogare 32 cv di potenza (una rarità per l’epoca) e possedeva un sistema di raffreddamento che avrebbe fatto scuola: in sostanza l’acqua, tramite un sofisticato sistema, scorreva da una tanica verso uno schermo metallico, raffreddando il motore mentre evaporava. Il peso del mezzo, tuttavia, non era affatto indifferente.
Nel 1916, dopo il lancio di un modello che non ebbe successo (nel 1911) e di un massiccio 4 cilindri in grado di raggiungere i 4 km/h, la Eagle iniziò a produrre modelli con pesi decisamente più contenuti, in grado di adeguarsi meglio alle esigenze degli agricoltori a stelle e strisce. Tra questi figuravano l’8/16 (con un motore calibrato per essere efficiente già a 400 giri/min, un numero molto basso per l’epoca), il 16/30 a 2 cilindri (fabbricato fino al 1932) e il 12/20, poi potenziato con le successive evoluzioni, ovvero la 12/22 e la 13/25. Ma la vera chicca, almeno fino agli inizi degli anni ’20, era il 20/35 – sempre con un 2 cilindri sotto il cofano -, il modello più venduto (e pubblicizzato) del produttore, con caratteristiche che la rendevano estremamente versatile e facilmente riparabile.
Tuttavia, anche se la produzione del 20/35 proseguì ininterrottamente fino al 1934, già dagli anni ’20 la struttura a 2 cilindri del motore iniziava ad apparire datata, esponendo il produttore a non poche critiche. A cui la Eagle rispose brillantemente con la fabbricazione nel 1930 del modello 6A (nell’immagine in apertura). Caratterizzato da un design moderno per l’epoca, portava in dote un motore Hercules a 6 cilindri, successivamente sostituito da un Waukesha (sempre a 6 cilindri). Un modello che, poi, fu affiancato dal 6B, pensato per le operazioni di aratura e il 6C, ad utilizzo generico, in campo come per le operazioni di trasporto.
Il modello 6A, insieme al 20/35 e al successivo 20/40 (prodotto fino al 1938), ebbe un discreto successo, presto intaccato però dagli effetti della Grande depressione causata dagli effetti della crisi del 1929 con il crollo di Wall Street, che caratterizzò tutti gli anni ’30 negli Stati Uniti e che portò al fallimento di numerose società e alla complicazione delle condizioni di vita, soprattutto per gli agricoltori. La Eagle, seppur acciaccata, riuscì passare indenne il periodo della crisi economica. Ma lo scoppio della seconda guerra mondiale e il successivo ingresso negli Stati Uniti nel conflitto le furono fatali: agli inizi degli anni ’40 la produzione fu sospesa e mai più ripresa.