Draghi e transizione ecologica, Coldiretti è pronta a collaborare con il premier sulla roadmap green
Nel giorno del voto di fiducia al nuovo Governo, il terzo della legislatura, Mario Draghi ha tenuto un discorso al Senato durato oltre 50 minuti in cui ha illustrato i punti programmatici del piano che vuole attuare per traghettare l’Italia fuori dalla crisi economica e sanitaria innestata dal coronavirus. Vaccinazioni, coesione sociale (ovvero lavoro) e […]
Nel giorno del voto di fiducia al nuovo Governo, il terzo della legislatura, Mario Draghi ha tenuto un discorso al Senato durato oltre 50 minuti in cui ha illustrato i punti programmatici del piano che vuole attuare per traghettare l’Italia fuori dalla crisi economica e sanitaria innestata dal coronavirus. Vaccinazioni, coesione sociale (ovvero lavoro) e Recovery Plan: queste le prime grandi sfide che il nuovo esecutivo dovrà affrontare. Ed è proprio a partire dal piano europeo Next Generation EU da 750 miliardi che è ormai evidente quanto il nuovo Governo spingerà soprattutto sulle riforme – alcune nel cassetto da troppo tempo – da attuare per sfruttare appieno le risorse stanziate per la ripresa dell’Italia.
Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR, ovvero il Recovery Plan su cui si è arenato il secondo Governo Conte) sarà quindi guidato da quattro principali fari: scuola, innovazione, ambiente e fisco. Sullo sfondo, come l’istituzione del neonato Ministro per la Transizione Ecologica guidato da Cingolani ha messo in luce, le tematiche green, centrali anche per il comparto agricolo. Dal canto suo la Coldiretti, attraverso le parole del suo presidente Ettore Prandini, si è subito detta pronta a “collaborare per lo sviluppo dell’agricoltura italiana che è la più green d’Europa grazie alla leadership conquistata per valore aggiunto, sostenibilità e qualità”. Non sono mancate poi le parole di apprezzamento per l’accorato discorso di Draghi.
Draghi enuncia il suo Programma. E Coldiretti offre il suo supporto
Nel suo discorso Draghi ha precisato che “le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva”.
Filiera produttiva di cui l’agricoltura italiana rappresenta un elemento fondamentale. Si tratta di un settore infatti che, come ha ribadito Prandini, ha “il primato dell’Unione Europea con 311 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 70mila aziende agricole bio, oltre al primato della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari”.
Agricoltura, le esportazioni sono solide nonostante la pandemia
Ma si tratta anche di una realtà che – continua Prandini – sul rispetto dell’ambiente e la qualità dei prodotti fonda la propria competitività che ha consentito di ottenere nel 2020 il record storico delle esportazioni a 46,1 miliardi in netta controtendenza rispetto agli altri settori travolti dalla pandemia Covid. Con la crisi la filiera del cibo è diventata la prima ricchezza del Paese con un valore che supera i 538 miliardi, garantisce dai campi agli scaffali 3,6 milioni di posti di lavoro grazie all’attività, tra gli altri, di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.
L’allarme globale provocato dal Coronavirus con i prezzi dei prodotti alimentari di base che secondo la Fao hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali – ha precisato Prandini – occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde.
Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per il Recovery Plan ha concluso Prandini nel sottolineare che “occorre ripartire investendo sui punti di forza del Paese”.