DL Siccità, per Confagricoltura bisogna diversificare gli invasi. Triplicandone le dimensioni
Ma non solo. Numerose le proposte avanzate dalla sigla agricola durante lo svolgimento delle Commissioni Ambiente e Agricoltura in Parlamento. Interessante la questione della superficie destinata alla loro costruzione
Il DL Siccità ha dato il via a numerose discussioni all’interno del settore primario (tra l’altro anche noi della rivista Trattori ne abbiamo parlato nel corso della seconda tappa dell’Innovation Agri Tour 2023, dedicata proprio alla tematica della risorsa idrica in agricoltura). Una tematica particolarmente cara alla associazioni di categoria che, forti delle raccolte dagli associati di tutta Italia, sono state tra le prime a scendere in campo con proposte migliorative per arricchire il disegno di legge, e renderlo più adatto alle reali esigenze di coloro che in agricoltura ci lavorano ogni giorno dell’anno. È il caso di Confagricoltura che, tramite la componente di Giunta Giovanna Parmigiani, ha fatto pervenire alle istituzioni (riunitesi in audizione in Parlamento presso le due Commissioni Ambiente e Agricoltura) le proprie proposte alla luce, va sottolineato, di quanto accaduto recentemente in Emilia-Romagna, dopo gli ultimi gravi eventi climatici.
Le proposte i commenti di Confagricoltura
“E’ importante – ha detto Parmigiani – che il DPCM che definirà gli interventi prioritari sappia fare buona sintesi delle diverse esigenze dei territori. Parallelamente agli interventi d’emergenza – ha affermato – occorre avviare un piano di lungo periodo che consenta di mettere al sicuro produttività e qualità del sistema primario e che sappia gestire la captazione e la distribuzione delle acque meteoriche, sia con grandi invasi e dighe che con invasi di minori dimensioni, investendo in innovazione e ricerca”.
Bene la sospensione di mutui e finanziamenti per i concessionari di piccole derivazioni a scopo idroelettrico: una misura che Confagricoltura aveva chiesto per mitigare gli effetti della congiuntura economica e del clima. Positive anche le semplificazioni delle procedure di realizzazione di opere idriche, che prevedono, tra l’altro, l’introduzione degli “invasi aziendali” come opere di “edilizia libera”. “Riguardo alle vasche di raccolta delle acque meteoriche, – ha spiegato Parmigiani – proponiamo di triplicare il volume massimo attuale e di ricomprendere gli spazi necessari alla loro realizzazione nel 4% di Superficie Agricola Utilizzata (Sau) da lasciare incolta, come previsto dalla Pac”.
Il ruolo delle acque reflue in ambito agricolo
“Sono condivisibili anche le misure che semplificano l’utilizzo dei fanghi e lo smaltimento dei materiali derivanti dalla manutenzione degli invasi, – ha aggiunto – e l’apertura al riutilizzo in ambito agricolo delle acque reflue con un’unica autorizzazione. Adesso è necessario fare un ulteriore passo e rendere sistemiche tali semplificazioni”. I cambiamenti climatici impongono inoltre una revisione delle procedure di controllo delle portate e dei volumi dei flussi d’acqua. Confagricoltura chiede che il Commissario straordinario, al quale ribadisce piena disponibilità di collaborazione, svolga questo lavoro non solo sugli invasi artificiali, ma sull’intero percorso dei corsi d’acqua naturali superficiali.
“Un’attenzione particolare deve essere riservata al deflusso ecologico e alle priorità d’uso dell’acqua per rendere il sistema adattabile all’imprevedibilità del clima. Stessa flessibilità deve essere applicata alle priorità d’uso per garantire la richiesta per utilizzo irriguo e la necessaria ricarica delle falde sotterranee. Aspetto molto importante se si pensa ai grandi fiumi che attraversano più regioni” – ha sottolineato Parmigiani. Infine, per il ruolo di raccordo tra territorio, Cabina di regia e Commissario svolto dagli Osservatori distrettuali, Confagricoltura ritiene fondamentale che gli stessi vengano integrati stabilmente e obbligatoriamente con le rappresentanze delle categorie economiche più interessate.