Prima dell’acquisizione da parte del Gruppo Same – mossa che all’inizio del 1995 portò alla nascita di SDF – e dell’avvio dello sviluppo delle tecnologie di bordo che avrebbero portato all’arrivo degli amatissimi Agrotron (ancora oggi, dopo quasi trent’anni di miglioramenti, fiore all’occhiello del brand), Deutz-Fahr vantava già una storia lunga più di un secolo, grazie alla divisione motoristica, tra le aziende pioniere del settore automotive verso la fine dell’Ottocento. Nominata “Gasmotoren-Fabrik Deutz AG”, più comunemente nota con il nome di Deutz (ancora oggi attiva), prendeva il suo nome da un quartiere della città di Colonia, nella Renania Settentrionale-Vestfalia.

Deutz, la rivoluzione motoristica di fine Ottocento

Il prodotto di punta, lo stesso per cui era nata la nuova società, era il rivoluzionario motore a combustione interna a quattro tempi, funzionante a Ciclo Otto, dal nome del suo inventore Nikolaus Otto che, con Eugen Langen, fondò proprio la Deutz. Una fucina di talenti che scrissero la storia dell’industria motoristica e automobilistica globale tra i quali figurava, giusto per fare un esempio, anche l’iconico Gottlieb Daimler (che, tuttavia, dopo qualche anno entrò in rotta di collisione con Otto), dal cui nome è derivato quello di uno dei colossi del settore, ancora oggi attivo e ai primi posti nelle classifiche.

I trattori, dopo alcuni prototipi di fine anni ’10 (tra cui il “Deutzer Trekker“) e varie vicissitudini, vennero prodotti in serie a partire dal 1926. Della gloriosa storia della Deutz-Fahr, uno dei modelli più iconici (e venduti) è stata senza dubbio la Serie D. Il primo modello fu il D 40 e fu introdotto sul mercato a partire dal 1957. Tuttavia, l’anno di nascita “ufficiale” è posteriore di due anni, quando vennero lanciato tutti i successivi modelli: il D 15, il D 25, il D 25 S e il D 40.1.

La storia della serie D

Modelli che scrissero la storia della meccanizzazione agricola a cui, l’anno successivo, seguirono il D 25.2, il D 30, il D 30 S, il D 40.2 e D 50. La nomenclatura, per la prima volta dalla fondazione del marchio, non seguiva il semplice nome del motore ma indicava la potenza (arrotondati al multiplo di 5 più vicino). Un cambio di nome che intaccò anche gli altri trattori del brand che ovviamente non portarono in dote la lettera D, ma soltanto il numero di cavalli (compresi quelli che montavano il sistema propulsivo FL 514).

Il modello con cui fu ufficialmente battezzata la nuova gamma nel 1959 fu il D 15: andò a sostituire i modelli da 13 e 15 cv delle vecchie gamme. Portava in dote il rodato motore Deutz F1L712, ma alcune migliorie per incrementare la velocità e la potenza generali del mezzo. La trasmissione era ZF, con sei marce in avanti e due in retro e la possibilità di raggiungere col superriduttore la velocità di 0,4 km/h, particolarmente utile per le operazioni più delicate.

Tra le caratteristiche di fabbrica c’erano alcune chicche interessanti per l’epoca come il bloccaggio del differenziale, la sincronizzazione della trasmissione e della PTO nonché gli assali anteriori sospesi. Inoltre, il D 15 per la prima volta sulla carrozzeria presentava strisce adesive color ottone per indicare la denominazione del mezzo e le caratteristiche del motore (“Luft-gekuhlt”, ovvero raffreddato ad aria): una novità non di poco conto, considerando che fino a quel momento erano sempre state dipinte a mano.

Il mezzo, che era stato progettato per portare a termine sostanzialmente qualunque lavorazione per le aziende agricole più piccole, era disponibile in due versioni, una standard e un’altra con sistema idraulico, la D15-N1. Questi trattori furono prodotti fino al biennio 1964/1965 e furono gli ultimi modelli del produttore tedesco con un motore da un solo cilindro.

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