Uno dietro l’altro, praticamente senza soluzione di continuità: no, non stiamo parlando di un corteo di protesta o di una serie di novità presentate da un produttore. Ma, ahinoi, della lunga sequela di furti agricoli che nell’ultima settimana ha flagellato il cremasco, nel sud della Lombardia, tra le zone d’Italia più colpite da questa piaga. Cinque colpi ad altrettante aziende agricole della provincia di Cremona, con danni per decine di migliaia di euro.

Il primo di questi furti ha avuto luogo in una cascina con allevamento situata nei campi tra Castelleone e Ripalta Arpina, gestita da una famiglia del posto. Le modalità, come già avvenuto in casi analoghi, fanno pensare che nulla sia stato lasciato al caso: il colpo è stato preparato con cura, probabilmente con appostamenti per cercare di ricostruire la routine aziendale e colpire quando i locali erano stati abbandonati dai lavoratori. Quando i mungitori se ne sono andati, i malviventi hanno infatti aspettato il calare delle tenebre e alle tre di notte si sono intrufolati, rubando alcuni macchinari agricoli.

Altri due furti hanno avuto luogo nella notte tra domenica 14 luglio e lunedì 15 luglio nei terreni tra Moscazzano e Madignano, con modalità analoghe. Tra lunedì e martedì, invece, a rimanere vittima della banda di razziatori è stata è stata un’azienda agricola di Montodine. Mentre questi primi quattro furti sono stati tutti denunciati alle forze dell’ordine, parrebbe che un quinto, avvenuto a Ripalta Guerina, non sia invece stato denunciato. In tutti casi, comunque, ad essere trafugati sono stati trattori e mezzi agricoli a cui i malviventi, per agevolare le operazioni di spostamento, hanno perfino sganciato gli attrezzi. Indagano le forze dell’ordine.

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