Il CEMA (l’associazione europea di costruttori di macchine agricole), di concerto con tutte le principali associazioni industriali europee che rappresentano il settore delle macchine off-road (CECE,  EGMF, EUnited Municipal Equipment & Cleaning, Europgen e FEM), tenta di correre ai ripari limitando i danni economici causati dalla pandemia di Coronavirus.

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Il virus non molla, i contagi in tutta Europa crescono e l’uscita dal tunnel appare ancora lontana. Anche il settore della meccanizzazione sta soffrendo con la chiusura temporanea di stabilimenti in Italia, Francia, Germania, Inghilterra e via dicendo. Chi riesce a proseguire  l’attività allineandosi alle disposizioni anticontagio potrebbe non  garantire la produzione a causa delle mancate o incomplete forniture a livello di componenti  (pneumatici, assali, parti idrauliche, apparecchiature elettroniche).

CEMA: prorogare le scadenze 2020 e 2021 per i motori Sage V

La richiesta è quella di una moratoria sull’applicazione delle scadenze 2020 e 2021 elencate nel regolamento 2016/1628 / UE sulle emissioni di gas di scarico  per i veicoli agricoli.

Secondo il regolamento il 2020 riguarderà infatti la fase di transizione per i motori Stage V nelle gamme di potenza <56kW e ≥130kW e il 2021 sarà la volta del range di potenza da 56kW a 130kW. Nel rispetto delle scadenze previste dal regolamento, sono stati completati la produzione e l’approvvigionamento di motori di transizione (Stage IV). I produttori di macchine hanno dunque ora tempo fino al 30 giugno 2020 per produrre le macchine <56kW e ≥130kW equipaggiate con tali motori, e quindi fino al 31 dicembre 2020 per collocare queste macchine sul mercato dell’UE. Scadenze identiche si applicano nel 2021 per macchine con potenze comprese tra 56kW e 130kW.

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Il problema è proprio che tutte queste macchine con motori di transizione già acquistati potrebbero non vedere mai la luce per le ragioni sopra esposte col risultato che i motori non potendo più essere utilizzati entro le scadenze dovranno essere demoliti con un incredibile spreco di materie prime e inevitabili danni economici per le imprese coinvolte.

«La situazione è critica. Deve essere concessa una moratoria temporanea, con scadenze posticipate fino a quando la situazione non può essere rivalutata. Ininfluente dal punto di vista ambientale, la misura impedirebbe ulteriori danni economici causati dalla pandemia di COVID-19 alle nostre industrie manifatturiere e ai lavori che dipendono da esse» ha dichiarato Jerome Bandry, segretario generale del CEMA.

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