Agricoltura e meccanizzazione si sono dimostrate fondamentali per il sostentamento della popolazione durante e dopo il lockdown, forse come mai prima d’ora. Ma, ovviamente, non è tutto oro quello che luccica, sopratutto nell’anno del Covid-19. La pandemia, infatti, ha frenato il mercato europeo e italiano delle macchine agricole lasciando, forse, qualche spiraglio di ripresa solo per i prossimi mesi.

Questa la fotografia scattata durante l’Assemblea annuale di FederUnacoma, l’associazione italiana dei costruttori di macchinari per l’agricoltura, svoltasi ieri a Bologna.

Bella Macchine Agricole Combi Flex in campo

Covid-19: tra disuguaglianze, opportunità e ripresa

L’insicurezza alimentare creata dalla pandemia, secondo la FAO, potrebbe far crescere entro il 2020 il numero di persone sottonutrite di 130 milioni. Dall’altra parte, però, ha fatto aumentare esponenzialmente la domanda di prodotti alimentari in diverse aree del mondo. Aree che assegnano all’agricoltura, e con essa alla meccanizzazione agricola, un ruolo sempre più strategico anche per garantire la stabilità sociale.

Lo tsunami Covid-19 ha travolto indistintamente tutto il mondo.

La pandemia, scoppiata a Wuhan in Cina e propagatasi in tempo record prima in Europa e poi nel resto del globo, ha affossato interi comparti produttivi, il turismo su tutti. Tuttavia, da questa tabula rasa senza precedenti, alcuni settori hanno trovato una nuova, fondamentale, centralità. Senza dubbio, in primis, quello sanitario, senza il quale, molto probabilmente, saremmo qui a contare ben altri numeri rispetto a quelli (già catastrofici) che abbiamo registrato in questo terribile 2020.

Ma, sorpresa sorpresa, anche l’agricoltura è emersa rispetto ad altri settori. Ha mostrato una resilienza straordinaria, sopratutto grazie alla spinta della domanda alimentare. La produzione globale di cereali e di latte, infatti, è decollata così come i prezzi dei principali beni agricoli.

Covid 19

La produzione agricola globale cresce, ma molti comparti sono in flessione nera

Il contesto globale attuale è caratterizzato dalla flessione generalizzata di molti comparti. Flessione che si è tradotta in un sensibile calo del PIL. A livello mondiale, le stime OCSE a fine anno lo danno -4,5%. A livello nazionale, secondo le varie stime più o meno pessimistiche, il prodotto interno lordo oscillerà a fine 2020 tra -12% e 8%.

Colpito in maniera durissima anche il mercato del lavoro.

Solo in Italia, nel secondo trimestre, si sono persi quasi mezzo milione di posti di lavoro. In mezzo a questi scenari tristemente negativi, il settore primario ha invece accresciuto la propria capacità produttiva. Lo segnala Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma. In occasione dell’Assemblea annuale di ieri, Malavoti ha infatti fatto il punto sui principali trend del settore primario e del mercato delle macchine agricole.

Secondo stime della FAO – ha evidenziato il presidente di FederUnacoma – nel 2020 la produzione cerealicola globale dovrebbe raggiungere il valore record di 2.756 milioni di tonnellate (+2,2% sul 2019). Con un incremento anche per la domanda (+2,4%) e per il commercio mondiale (+1,6%).

In positivo anche la produzione di latte (+0,8%). La carne registra invece una flessione dell’1,7% a causa di fattori contingenti. Crescono anche i prezzi delle principali commodity, con carne, pollame e riso che nell’anno registrano incrementi, rispettivamente, dell’8,3%, del 7,7% e dell’8,2%.

Covid 19

Macchine agricole, “strumento imprescindibile per produzione e territorio”

Nello scenario dettato dal Covid-19, secondo il presidente di FederUnacoma «le macchine agricole sono uno strumento imprescindibile per il potenziamento della produzione e un presidio del territorio. Infatti, grazie alle attività di ricerca e di innovazione delle nostre industrie, i mezzi meccanici di oggi impiegano tecnologie sempre più “eco-friendly”, in linea anche con le priorità politiche formulate dalla Commissaria europea Ursula Von DerLeyen».

Nonostante questo ruolo strategico, oggi il mercato mondiale della meccanizzazione vive una fase di transizione, con andamenti diversi da Paese a Paese. Il primo semestre dell’anno vede un incremento delle vendite di trattrici negli Stati Uniti (+10,4%) e in Russia (+7%), una certa stabilità in Canada (+0,3%) e una battuta d’arresto in Brasile (-5%). Le flessioni più consistenti si registrano sui mercati asiatici: Giappone (-29,5%), Corea (-7,3%) e soprattutto India (-11,3%).

Caso a sé stante quello della Turchia, che registra un incremento del 75% come rimbalzo dopo il crollo degli ultimi anni. Il segno meno prevale in Europa dove la contrazione del mercato è stata pari al 12,1%, in ragione di 68.831 trattrici immatricolate. In negativo, poi, il mercato italiano anche se il mese di agosto segna un leggero recupero rispetto al dato semestrale, portando il passivo dei primi otto mesi dell’anno al 15% (a giugno era al 18%).

La ripresa del settore post Covid-19, nel solco delle misure per il Recovery Fund

Nonostante il clima d’incertezza, il dato di agosto sembra prefigurare una possibile inversione di tendenza, che trova conferma per l’Europa come per l’Italia nelle recenti indagini di clima condotte dal CEMA, l’associazione europea dei costruttori.

«Per traghettare il settore fuori da questa congiuntura – ha aggiunto Malavolti – è fondamentale far valere il ruolo strategico della meccanica agricola. In Italia c’è bisogno di un sistema di incentivi che aiutino la ripresa del mercato, soprattutto in un’ottica di rinnovamento e di innovazione tecnologica; un sistema che proceda secondo una programmazione di lungo periodo, indipendente cioè da contingenze economiche e politiche».

Nei mesi scorsi FederUnacoma ha presentato al Governo un piano pluriennale di incentivazione per l’acquisto di mezzi meccanici nuovi. Oggi questa azione si rinnova con la richiesta di destinare al settore della meccanica agricola una parte dei fondi stanziati nell’ambito del Recovery Fund.

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