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La trattativa per la permanenza a Bologna di Eima International è entrata nella sua fase operativa. Preso atto della volontà, da parte dell’ente fieristico, di dare attuazione al piano per la riqualificazione del quartiere espositivo, il Consiglio di Amministrazione di FederUnacoma ha confermato l’urgente necessità di rinnovamento e ampliamento del quartiere, nonché l’importanza delle tempistiche per l’avvio della ‘nuova storia’ dello spazio bolognese.

L’ipotesi sulla quale le parti stanno lavorando è quella di una scadenza del contratto più lunga che consenta all’ente fieristico un migliore ammortamento dei costi di ristrutturazione. I dettagli del piano di sviluppo del quartiere, che prevede come opere principali l’abbattimento e la ricostruzione dei padiglioni più vecchi e la realizzazione in luogo dell’attuale Palazzo Affari di una nuova struttura espositiva, verranno forniti da BolognaFiere nelle prossime settimane e verranno esaminati in modo puntuale dal Consiglio di Amministrazione FederUnacoma surl con l’obiettivo di arrivare alla firma del contratto entro il mese di settembre.

Elemento fondamentale  dell’accordo, ha sottolineato FederUnacoma con un comunicato ufficiale, sarà la formalizzazione di una ‘road map’ che fissi in modo vincolante la natura e i tempi degli interventi nel quartiere, e che preveda il completamento di tutte le opere entro il 2022.

“L’onere economico e organizzativo che si assume BolognaFiere è rilevante – ha spiegato il Presidente di FederUnacoma Massimi Goldoni – ma il contratto sarà impegnativo anche per la nostra federazione, che manterrà a Bologna la propria rassegna accettando un adeguamento progressivo del quartiere. La scelta di rimanere a Bologna valorizza una tradizione di rapporti e una storia di successi che BolognaFiere e FederUnacoma hanno costruito insieme, nella prospettiva che l’esposizione internazionale delle macchine agricole Eima continui ad essere per la città un fattore di forte sviluppo, di benessere e di occupazione”.

E’ chiaro che questo passaggio rappresenta davvero l’ultima possibilità; se il piano dovesse saltare, il quartiere bolognese vedrebbe scemare sempre di più la propria competitività ed Eima sarebbe costretta a valutazioni drastiche già a partire dal 2018.

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