Contoterzisti, le aziende agricole per cui lavorano sono il 28%. Lavorati 1,2 mln di ettari. Il report CREA
I dati, snocciolati e commentati da Uncai, sono contenuti all'interno del consueto Annuario dell'agricoltura italiana, relativo in questo caso all'annualità del 2021
Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, costellati da complicazioni su tutta la linea, dalle conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina sui costi dell’energia alla siccità senza precedenti che durante l’estate ha flagellato tutto lo Stivale, il comparto dei contoterzisti è in continua espansione e mostra una notevole resilienza. A testimoniarlo i dati emersi dall’Annuario dell’agricoltura italiana 2021, giunto alla 75esima edizione e pubblicato, come di consueto, dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA).
“Lo studio – sottolinea il presidente di Uncai Aproniano Tassinari, la sigla dei contoterzisti che ha commentato i dati – dimostra come il contoterzismo svolto da imprese terze sia oggi la forma di contoterzismo più diffusa a livello nazionale. Un dato emerso anche dall’ultimo Censimento dell’agricoltura per il quale quasi il 28% delle aziende agricole si avvale di servizi in conto terzi, mentre le aziende agricole che esercitano il contoterzismo attivo come attività connessa non superano l’1% del totale”.
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In base a quanto emerso nello studio del CREA le superfici dati in affidamento completo a ditte contoterziste ammontano a circa 1,2 milioni gli ettari e rappresentano quasi il 10% della SAU nazionale; mentre, per quanto riguarda la superficie in affidamento parziale sono in particolare le operazioni di raccolta meccanica e prima lavorazione ad essere affidate all’esterno dell’azienda (17%), seguite dalla semina (6%), l’aratura (5%), altre lavorazioni (5%) e la fertilizzazione (3%).
In sostanza, lo strumento del contoterzismo svolge un ruolo chiave di supporto nel caso delle aziende agricole più strutturate e quasi di sopravvivenza per le microaziende che non possiedono mezzi a sufficienza. In entrambi i casi contribuisce a innovare i sistemi di gestione agricola modernizzandoli e rendendoli più sostenibili in termini di performance economiche, ambientali e sociali.
Le misure per il comparto
L’espansione del comparto è stata affiancata anche da una crescente attenzione da parte delle istituzioni. Sono numerose, infatti, le misure inserite a favore dei contoterzisti all’interno dell’ultima (travagliata) Legge di Bilancio approvata dal Parlamento al fotofinish del 2022, proprio durante gli ultimi giorni dell’anno. “Nella Finanziaria – ha proseguito Tassinari – sono presenti alcune misure strategiche per il sostegno delle attività imprenditoriali agromeccaniche, come il credito d’imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati nelle attività agricole, esteso al primo trimestre 2023 con la conferma degli agromeccanici tra i beneficiari, il fondo di 225 milioni a disposizione di progetti di innovazione agromeccanica e digitalizzazione e la riduzione del 70% degli oneri per l’usura strade a carico dei convogli che superano le 44 tonnellate”.
“Oggi l’’idea di Uncai di un albo professionale degli agromeccanici unisce un po’ tutti, associazioni e politica. Dopo la Lombardia e l’Emilia-Romagna, anche il Veneto è sul punto di dotarsi di un albo regionale, e contiamo con il ministro Francesco Lollobrigida di riprendere l’iter della legge nazionale presentata da Uncai nel corso della passata legislatura”.