Nonostante il numero all’apparenza modesto, soprattutto se confrontato con la stratificazione del settore primario nostrano, i 18mila contoterzisti professionali in Italia continuano a giocare un ruolo strategico per le aziende agricole e per l’intero Sistema Paese, soprattutto in questo momento storico di grande incertezza, caratterizzato da un combinato disposto di problematiche (guerra in Ucraina, crisi idrica, rincaro del costo delle materie prime) che hanno minato alla base l’intero tessuto economico. Un momento complicato che, come ribadito dallla sigla che riunisce i contoterzisti UNCAI, ha portato numerosi agricoltori a cambiare repentinamente le tipologie di colture, sostituendo prodotti agricoli ritenuti per molto tempo intoccabili (come il mais) e introducendo proteaginose, sementiere e colture miglioratrici.

“Se anche le aziende agricole medie e piccole hanno potuto cambiare i programmi di semina dando grande prova di resilienza e adattamento ai nuovi scenari, ha commentato il direttore tecnico di Uncai, Roberto Scozzoli, è stato proprio grazie ai contoterzisti, abili nell’impiego dei macchinari agricoli e veloci negli investimenti in tecnologie innovative in grado di supportare l’agricoltore proprio in questi cambi di colture e di gestione colturale. Dai contoterzisti passa, per esempio, un uso più efficiente e sicuro dei principi nutritivi, con l’impiego fino all’ultima goccia o granello dei fertilizzanti, abilità che si traduce in un notevole risparmio di energia e conservazione del territorio”, prosegue Scozzoli.

Contoterzisti, una categoria professionale fondamentale per l’agricoltura moderna

Per gestire le colture con i pochi mezzi tecnici oggi a disposizione, puntando al migliore rapporto tra efficacia ed efficienza, è indispensabile la conoscenza messa in campo dai contoterzisti delle coperture vegetali, della chimica dei fertilizzanti, dell’agricoltura di precisione e degli avvicendamenti e rotazioni colturali. Secondo UNCAI, passa quindi dagli agromeccanici e dalla loro capacità di fornire risposte professionali alle aziende agricole e all’agricoltura del paese il tema dell’innovazione e della resilienza del settore agroalimentare, reso drammaticamente ancora più urgente dalla crisi ucraina ed energetica che dalla pandemia.

“Lo slancio verso gli investimenti in conoscenza e tecnologie che rendono percorribile la strategia europea farm to fork non si può fermare, ma per continuare ha bisogno dei contoterzisti perché sono gli unici che possano completare il salto di competitività che serve all’agricoltura”, aggiunge il presidente di Uncai Aproniano Tassinari. “I contoterzisti supportano già gli agricoltori nell’adozione di nuove strategie produttive; rendono già accessibile l’innovazione anche al piccolo e medio produttore, permettono che questa diventi un fenomeno diffuso e non solo per pochi. Lo strumento organizzativo per rimodellare i sistemi agricoli e permettere la svolta che coniughi competitività, società e ambiente e metta in sicurezza le filiere dalle crisi globali c’è già e si chiama contoterzismo”.

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